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Nick: Strider
Oggetto: re:ed esempio...
Data: 3/11/2008 13.25.51
Visite: 209

Lo fa a chi deve, però.

Se vuoi c'è il caso Johnny Sterchino ma non è una storia bensì una parodia.

eccolo.



Johnny è un tipo smilzo e incazzato. Non gli va mai bene niente e se gli va bene qualcosa è perché non va bene a te. Si aggira prevalentemente di notte, al Vomero, e quando cammina sembra sempre che abbia qualcuno alle costole che lo voglia far fuori. Procede a passo sostenutissimo come se volesse correre ma fermandosi un attimo prima come a non far vedere che corre. Cammina sempre in posizione curva come i centometristi che iniziano la gara solo che lui la posizione la mantiene per tutto il tempo: testa davanti e culo all’indietro come se dovesse dare una capata a qualcuno o… prendere qualcos’ altro da qualcuno.

Non ama essere notato anche se è impossibile non notarlo. Lo smilzo è smilzo forte ma al contrario degli altri smilzi che tendono a gonfiarsi con i vestiti per sembrare più grossi, lui cerca di apparire ancora più smilzo. D’inverno evita cappotti e giubbini come se fossero la peste e di maglioni non gliene ho mai visti addosso. Usa solo felpe rigorosamente con cappuccio e in caso di neve una giacchetta a vento. La natura l’ha munito persino di una barba "leggera" che gli cresce a schiazze un po’ qua e un po’ là quasi a rifiutarsi di volerlo coprire oltre. Io penso che si tratti di una forma leggera di scabbia ma lui non vuole farsi visitare.. Ah dimenticavo…quando nevica oltre alla giacchetta a vento spesso indossa un berretto dalla circonferenza alquanto ridotta (il suo cranio è piccolo) che termina dopo un paio di metri con un pon-pon stile sette nani, moscio però; lo usa un po’ a mò di sciarpa e un po’ a mò di coda. Be’, qualcosa di lungo si deve pur avere. Ogni tanto qualcuno lo sfotte per questo, ma insomma sono solo cafoni che non capiscono niente. D’estate preferisce sempre magliette con scritte e simboli incazzati come lui, e se volete fargli un gran regalo basta che disegniate un dito medio su una maglietta: ne sarà entusiasta al massimo…potrebbe persino abbandonare per un attimo l’espressione incazzata ma, diffidate, appena e ne renderà conto tornerà al buon vecchio grugno incazzato.

Johnny non può mangiare quasi niente. E’ un tipo nervoso e il nervosismo, si sa, prende spesso lo stomaco: tutte le intolleranze e le allergie alimentari possibili, immaginabili e ancora da scoprire lui le ha: gli alimenti con cui può cibarsi sono ben pochi e quando capita che con gli amici si vada a mangiare da qualche parte per lui è una tragedia e mette su il suo grugno peggiore. Tanto peggiore quanto migliore è il cibo. In effetti a volte da l’idea di alimentarsi solo di birra, bevanda da lui molto amata che bevuta in quantità elevate è persino in grado di addolcirgli il grugno. Io penso che mangi solo un paio di volte a settimana, di notte, la testa infilata in qualche pentolino pieno di alimenti superseleziolati dalla mamma, incazzato naturalmente e non per il cibo…

Una volta, ad esempio, accadde, per ironia della sorte, che io avessi proprio lui come compagno per una missione di approviggionamento viveri in una delle più buone rosticcerie di Napoli. Appena entrò mise su il grugno peggiore che divenne se possibile ancor peggiore alla notizia che i polli da prendere erano ancora abbastanza crudi e quindi si profilava un’attesa ai suoi occhi interminabile. Io, per ingannare l’attesa, mi diedi a esplorare le varie leccornie a disposizione e scoprendone una mai vista prima chiesi di cosa si trattasse. Era una specie di panzarotto fatto conl a polenta in occasione del carnevale e ascoltato l’elenco degli ingredienti, rimasi un attimo a pensare e poi, io stesso incredulo, dissi:

"Johnny qui non c’è niente che tu non possa mangiare ora te ne prendo uno".

Ora una qualsiasi persona con tutti i problemi di stomaco che ha lui sarebbe saltato dalla gioia ad una simile notizia ma non Johnny. Johnny lo smilzo, Johnny l’incazzato, Johnny cui non va mai bene niente per principio, s’incazzò ancor di più e rifiutò con forza l’offerta. Io naturalmente gli presi il pezzo e glielo diedi nonostante le sue parole. Lui, imbarazzatissimo, lo prese inveiendo contro di me e, con vergogna, mangiò. Gli occhi gli brillarono di gioia anche se il grugno continuò ad essere incazzato: gli avevo dato la leccornia (per lui rarissima) e allo stesso tempo un motivo per continuare essere incazzato e non essere pienamente felice : la mia insisteza nel darglielo, andando contro la sua volontà manifestata a parole anche se non con gli occhi..

Lo smilzo è elettrico, si muove sempre, ed è impossibile fargli una fotografia senza flash che non venga mossa, eppure egli non ama uscire dal suo territorio vomerese avente birrerie come confine. Effettivamente penso che abbia un’idea piuttosto vaga del mondo al di fuori del Vomero. Per lui ad esempio un paese come Moiano ed una città come Benevento non sono meritevoli di distinzione, e saper raggiungere un luogo come Rocca San Felice, senza esserci non solo mai stato ma senza nemmeno dare una sbirciata ad una mappa, fatto scontato, senza dire che 100 kilometri in più o in meno (da far fare preferibilmente agli altri) sono un concetto del tutto vago, che ha difficoltà a comprendere. E’ bene non farglielo notare però, perché nulla lo fa più incazzare di una persona che s’incazzi con lui: egli è l’unica persona al mondo con qualche buona ragione per stare incazzato: tutte capitano solo e soltanto a lui e le vite di tutte gli altri sono felici e non possono che esserlo, al massimo possono avere dei fastidi ma niente di più.

Ad un certo punto della sua vita deve aver certamente pensato che questa sua unicità fosse una cosa troppo difficile da sopportare, essere se stessi è cosa ardua assai e in gruppo ci si fa forza l’un l’altro, e quindi decise di entrare a far parte della famiglia dei punk. Non che sia stato mai davvero punk intendiamoci, a lavarsi non si lavava tanto da prima non perché sia zozzo ma semplcemente perché lo smilzo non suda e non si fa bagni al mare e comumunque è pur sempre rimasto figlio della piccola borghesia vomererese. Qualche volta s’è rasato di lato i capelli e messo qualche borchia ma niente di più. Però guai a dirgli sta cosa! Lui s’è sempre considarato punk a tutti gli effetti! Anzi superiore a tanti altri punk però conoscitore della genesi e dello sviluppo (ne ignora la morte e ama scrivere "punk is not dead dapperttutto"). Forse solo ora che mi trovo ad analizzare davvero il caso di Johnny Sterchino sembro aver capito il motivo di questa scelta, di questo suo voler essere punk. Leggo su wikipedia: "Ad unire tutti gli appartenenti al movimento punk sotto un’unica causa è il rifiuto per qualsiasi forma di controllo…" Che Johnny Sterchino abbia scelto di divenire punk solo per poter liberamente sparare la sua incazzattura nel mondo? Be’ aggiungiamoci la sua passione per la musica "rozza, rumorosa e poco complessa" (sempre citando la cara Wiki) e possiamo capire che la scelta è stata quasi logica. Chiedetegli di accompagnarvi ad un concerto di qualche famosa band e vi risponderà picche, chiedetegli incece di accompagnarvi a sentire qualche gruppo di nicchia apprezzato solo da un certo tipo di pubblico (sordomuti solo per citare una categoria) e lui accorrerà senza tentennamento alcuno. Unica condizione è che sia una band "punk". Lui ama talmente tanto il genere da comprare tramite web (offerta è terribilmente troppo alta rispetto alla domanda per poter essere ventuti nei negozi) dischi da ogni angolo del mondo e ascoltandoli a tutto volume entra in uno stato di profondo berseker ballando e scatenandosi a più non posso. Qui è quando la sua rabbia raggiunge i livelli massimi. E’ come se di tanto in tanto pensasse alla sua incazzatura e la giudicasse non abbastanza grande e quindi preso dai sensi di colpa mette uno di questi dischi con i cantanti che cantano come gatti cui venga pestata la coda e s’incazza, s’incazza sempre di più, finchè non raggiunge l’estasi dell’incazzatura e lì smette di essere uno smilzo incazzato: diventa incazzatura pura.

Ora dobbiamo dire che lo smilzo non è una persona cattiva ed è perfettamente consapevole che in questi momenti lui non ha il più il più minimo controllo sull’incazzature e potrebbe far fuori anche il più innocente degli esseri viventi. Limita quindi questi stati di berseker a quando è solo in casa ma ciononostante il solo rendersi conto della forza della sua rabbia lo spaventa e lo innervosisce. Insomma persino il fatto che è così incazzato lo fa incazzare.

Spesso gli viene l’ansia di entrare in berseker anche quando non potrebbe (andare in prigine limiterebbe notevolmente il pubblico da inondare con la sua rabbia) e teme tantissimo il possedere "armi" di alcun genere. Una lametta, un paio di forbici persino i mestoli gli fanno crescere l’ansia ed evita questi oggetti peggio del sapone. Quindi le unghia se le mangia al posto di tagliarle, e la barba forse se la strappa (questo spiegherebbe le chiazze forse meglio della scabbia), il tutto per evitarne l’uso. Ha persino ridotto drasticamente le sua amatissime canne dopo aver letto da qulache parte che facevano aumentare l’ansia. Ora si limita solo a rollare del Goden Virginia aromatizzato da un suo amico e ad una cannetta ogni tanto giusto per ricordarsi il sapore.

Inutile dire che anche questa riduzione è stata per lui fonte di incazzatura.

Celebri sono le sue "tuptiate" che noi amici facciamo sempre finta di non vedere. Lo smilzo infatti s’incazza anche di stare troppo tempo fuori casa e nelle uscite con gli amici quasi subito si scoccia e inizia appunto a "tuptiare". Fatta una certa ora freme per tornarsene a casa incurante che magari qualcuno si stia divertendo tanto, o che ci sia un discorso in atto o se si è al primo piatto e se ne aspettino altri dieci. Scattata nella sua mente l’ora, designa una "vittima", indurisce leggermente il grugno e cercando di non farsi notare inizia a dire tra un grugnito e l’altro "ce ne vulimm aì?" "M’aggio scassat o’cazz", "dai diccell che ce ne amm aì" e similia. "Vittima" abituale è solitamente il Papero il più flemmatico tra gli amici anche perché "completissimo" (vedere "le ovaie di Paperino") che oramai abituatissimo dice meccanicamente "sì sì ora ce ne andiamo, tranquillo". Per poi continuare a fare quello che stava facendo. Penso che lo smilzo sia tuttora convinto che noi non ce ne accorgiamo.

Ora uno si potrebbe chiedere come mai Johnny abbia bisogno di delegare il suo "su andiamocene!" a qualcun altro e non lo dica di persona. Ora bisogna dire che egli si considera la persona più tranquilla del mondo e che in nessun caso vorrebbe dare l’idea di proporre di fare qualcosa contro il desiderio comune e, di qu, il suo delegare attraverso le celebri tuptiate queste cose.

Come si è detto, il mondo è davvero un posto brutto per Johnny poiché tutto quanto di brutto possa mai esserci prima o poi gli capita ed invidia tanto tutto il resto dell’umanità che conduce una vita serena e tranquilla. Data la sua posizione di eterno e perenne sfavorito da tutto e tutti trova del tutto logico (e come si potrebbe trovarlo diversamente dopo tutto!) che tutte le altre persone gli debbano qualcosa, solitamente soldi. Johnny Sterchino figlio della borghesia vomerese reputa valevole scambiare il proprio denaro solo per beni "durevoli" , beni che insomma superino la serata. Per dischi, libri (Johnny è un intellettuale di classe), DVD, viaggi il denaro non scarseggia mai, mentre quando si tratta di uscire con gli amici e cose così sono sempre limitatissimi. Ma, insomma, è indubbiamente logico che altre persone, così sfacciatamente avvantaggiate rispetto a lui, gli siano d’aiuto economicamente e moralmente: aiuto che egli non disdegna affatto.

Una volta capitò che un suo amico, l’orso, si recasse a prenderlo per andare a prendere una birra dimenticando il portafogli a casa. Ora questo non gli causò davvero nessuna incazzatura extra poiché subito chiese all’orso di tornare a casa (a kilometri di distanza) pur di non attingere alle proprie risorse. Ma l’orso gli fece notare che abitava lontano e le sue risorse stavano a pochi metri da lì. Johnny essendo una persona generosa rinunciò all’idea di ubriacarsi con i soldi dell’orso e andarono insieme a prendere una sola birra ciascuno dopo aver chiesto, anticipatamente, alla cameriera se ce la facevano con le limitatissime risorse a disposizione. Quella fu la prima e unica volta che Johnny offrì qualcosa in vita sua e il grugno che ciò gli fece avere fu qualcosa di mai visto prima, immortalato tempestivamente dall’orso in una fotografia che è ormai un mito e che in seguito allegherò in fondo.



"Per raggiungere 1mg di vitamina C dovremmo mangiare un intero albero di arance comprensive di buccia. "




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