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Nick: Informale
Oggetto: Finalmente Europa7 trasmetterà
Data: 6/11/2008 1.22.0
Visite: 248

Per europa 7 nuova frequenza...titolava così il 16 ottobre: Il sole 24 ore


Europa 7 potrebbe avere assegnato un canale televisivo nazionale nella banda di frequenza utilizzata per Rai1 dal servizio pubblico. Il canale 8 nella banda VHF.
È questa, in sintesi, la proposta del Mistero per lo Sviluppo Economico e dell'Autorità delle Comunicazioni, ricavata dalle rispettive relazioni consegnate al Consiglio di Stato che, a dicembre, dovrà decidere sul caso. «Dopo dieci anni di attesa, le frequenze che ci spettavano sono state trovate – commenta Francesco Di Stefano, proprietario di Europa 7 – ora ci aspettiamo che vengano assegnate, in attuazione della sentenza della Corte di giustizia europea, per poi valutarne la qualità e la copertura».
Il Ministero dello Sviluppo ribadisce «l'impossibilità di procedere all'assegnazione di frequenze analogiche già pianificate» (nessuna frequenza analogica lo è mai stata, ndr) ma sottolinea che «sono state individuate una serie di nuove frequenze disponibili e organizzabili in una rete a livello nazionale, potenzialmente assegnabile, qualora venissero rispettati determinati requisiti previsti per gli attuali operatori, all'emittente in questione (Europa 7)».
Il punto di svolta, come sottolinea anche la relazione dell'Agcom, è stata la Conferenza internazionale di Ginevra del 2006. Il Ministero «si è posto nella prospettiva di attribuire tali risorse all'emittente Europa 7, con la quale ha in corso un procedimento aperto, al fine di dare esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato n.2624 del 2008, tenendo conto della necessità di contemperare tale interesse con gli interessi generali rilevanti, come la disciplina alla transizione digitale».
Il percorso seguito insieme all'Autorità per le comunicazioni tecnicamente si chiama "ricanalizzazione" della banda VHF-III, recepita dagli accordi di Ginevra, dalla quale si ottengono otto frequenze rispetto alle sette prima individuate nella stessa banda. Tale processo presuppone la modifica del Piano nazionale di ripartizione delle frequenze, già in fase avanzata e la firma di un memorandum d'intesa con la Rai, unica utilizzatrice della banda III. I relativi colloqui sono in corso ma la firma non c'è ancora. Secondo l'Agcom, che nella sua relazione respinge la tesi che la concessione a Europa 7 sia da considerare decaduta, l'emittente potrebbe avvalersi dell'obbligo imposto a Rai e Mediaset di dare accesso, ove possibile, alle proprie infrastrutture a tutti gli operatori televisivi nazionali che ne facciano richiesta. Si tratta, nel caso di Europa 7, di andare sui siti Rai che irradiano verso antenne già direzionate per ricevere Rai1. Secondo la relazione tecnica del professor Antonio Sassano all'Agcom, con soli venti impianti è possibile realizzare, nel canale 8, una rete digitale che copre intorno al 70% della popolazione.
Dagli stessi impianti è possibile realizzare una rete analogica anch'essa con una copertura pari al 70% della popolazione.



I giudici della Corte di giustizia bacchettano il regime italiano
E ricordano che a Europa 7 non sono mai state assegnate frequenze

Ue, bocciate frequenze di Rete4 "Contrarie a diritto comunitario

Ma da Mediaset si affrettano a sottolineare: "Nessun rischio per la nostra emittente"

BRUXELLES - L'Europa boccia Rete 4 e promuove Europa 7. Secondo i giudici della Corte di giustizia Ue del Lussemburgo il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione radiotelevisiva "è contrario al diritto comunitario", afferma i magistrati, confermando le conclusioni dell'avvocato generale. A questo punto Retequattro potrebbe essere costretta a migrare sul satellite per lasciare spazio all'emittente di Francesco Di Stefano impegnata da anni in una guerra legale per vedersi riconoscere il diritto a trasmettere via etere su scala nazionale. Ma da Cologno monzese si affrettano a sottolineare: "Nessun rischio per Retequattro".

Per la Corte di giustizia Ue il regime italiano "non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati". Nella sentenza si ricorda che Centro Europa7 srl, è una società attiva nel settore delle trasmissioni radiotelevisive e che nel 1999 ha ottenuto dalle autorità italiane un'autorizzazione a trasmettere a livello nazionale in tecnica analogica, ma non è mai stata in grado di trasmettere perché non sono mai state assegnate le radiofrequenze. Di qui la domanda di Europa7 di accertare il diritto ad ottenere l'assegnazione di frequenze, nonché il risarcimento del danno subito. Risultato: venne respinta dal giudice amministrativo.

Il consiglio di Stato, dinanzi al quale la causa pende attualmente, ha così chiesto alla Corte di giustizia delle comunità europee l'interpretazione delle disposizioni di diritto comunitario relative ai criteri di assegnazione di radiofrequenze al fine di operare sul mercato delle trasmissioni radiotelevisive. Il giudice del rinvio "sottolinea che in Italia il piano nazionale di assegnazione delle frequenze non è mai stato attuato per ragioni essenzialmente normative, che hanno consentito agli occupanti di fatto delle frequenze di continuare le loro trasmissioni, nonostante i diritti dei nuovi titolari di concessioni". 

Le leggi che si sono succedute, che hanno perpetuato un regime transitorio, "hanno avuto l'effetto di non liberare le frequenze destinate ad essere assegnate ai titolari di concessioni in tecnica analogica e di impedire ad altri operatori di partecipare alla sperimentazione della televisione digitale".

Dunque per capire come si è arrivati fino a qui bisogna fare un salto indietro nel tempo e tornare al 1997 quando la legge Maccanico ha recepito una sentenza della Corte costituzionale secondo cui la precedente legge Mammì non era in grado di combattere le posizioni dominanti e, di conseguenza, non difendeva il pluralismo dei media. Sono così stati introdotti nuovi limiti alla concentrazione nel mercato televisivo in base ai quali nessun soggetto poteva detenere una soglia superiore al 20% delle reti nazionali. Chi superava questo tetto avrebbe dovuto liberare le frequenze per trasmettere in analogico, per intenderci la televisione tradizionale, facendo spazio ai vincitori della gara che si sarebbe tenuta due anni dopo. E proprio Europa 7 nel 1999, vincendo quella gara, ottenne la concessione a trasmettere in tutta Italia. Con un corollario non da poco: Retequattro avrebbe dovuto cedere le sue frequenze e traslocare sul satellite.

Di Stefano, però, non ha mai ricevuto le frequenze. E nel frattempo, una serie di leggi e decisioni giudiziarie hanno permesso a Retequattro di proseguire le sue trasmissioni. Ignorando, peraltro, una sentenza del 2002 della Corte costituzionale - secondo cui il termine ultimo per sgomberare l'etere era il 31 dicembre 2003 - la legge Gasparri firmata dal governo Berlusconi ha permesso a chi era di troppo di rimanere al suo posto. A questo punto Europa 7 si è rivolta al Tar, che però ha negato le sue ragioni. Ed eccoci ai giorni nostri, con Di Stefano che ha impugnato la sentenza del Tar di fronte al Consiglio di Stato che, a sua volta, ha rivolto alla Corte di giustizia della Ue una serie di quesiti "pregiudiziali" per capire se ci sia stata una violazione delle regole comunitarie.

E la corte europea rileva che l'applicazione in successione dei regimi transitori strutturati dalla normativa nazionale a favore delle reti esistenti "ha avuto l'effetto di impedire l'accesso al mercato degli operatori privi di radiofrequenze". Questo effetto restrittivo "è stato consolidato dall'autorizzazione generale, a favore delle sole reti esistenti, ad operare sul mercato dei servizi radiotrasmessi". Tali regimi inoltre hanno avuto l'effetto "di cristallizzare le strutture del mercato nazionale e di proteggere la posizione degli operatori nazionali già attivi su detto mercato".

Il limite al numero degli operatori sul territorio nazionale, potrebbe essere giustificato da obiettivi d'interesse generale, ma - come stabilisce il nuovo quadro normativo comune per i servizi di comunicazione elettronica - "dovrebbe essere organizzato sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati". La conclusione delle corte è che "l'assegnazione in esclusiva e senza limiti di tempo delle frequenze ad un numero limitato di operatori esistenti, senza tener conto dei criteri citati, è contraria ai principi del trattato sulla libera prestazione dei servizi".

A questo punto il Consiglio di Stato si dovrà conformare alla sentenza Ue annullando tutto quello che è contrario alle norme comunitarie, vedi la Gasparri (già silurata da Bruxelles per altri aspetti), e assicurandosi che il ministero delle Comunicazioni provveda alla sanatoria spostando Retequattro sul digitale.

Ma dal gruppo fondato da Silvio Berlusconi si affrettano a far sapere che la sentenza della Corte di giustizia Ue "non può comportare alcuna conseguenza sull'utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle reti Mediaset, inclusa ovviamente Retequattro". Secondo l'azienda di Cologno Monzese, "il giudizio cui la sentenza si riferisce riguarda infatti esclusivamente una domanda di risarcimento danni proposta da Europa 7 contro lo stato italiano e non può concludersi in alcun modo con pronunce relative al futuro uso delle frequenze", prosegue il gruppo di Cologno riservandosi "ogni commento all'esito della lettura" della sentenza. "Quanto all'insinuazione che Retequattro occuperebbe indebitamente spazi trasmissivi a danno di Europa 7", aggiunge, "Mediaset ribadisce che Retequattro è pienamente legittimata all'utilizzo delle frequenze su cui opera. Quindi nessun rischio".
(31 gennaio 2008) La repubblica.



A mio avviso occorre una carrellata storica degli avvenimenti e dei provvedimenti succeduti nel corso degli anni.
La corte costituzionale nel '99 dichiara che rete 4 deve andar via. Autorizza si in via transitoria a trasmettere fino a quando l' Agcom(autorità delle garanzie delle comunicazioni)fisserà un termine.L'Agcom non hamai fissato i termini fino ad oggi e rete 4 ha continuato a trasmettere,in base a questa proroga "illeggittima".L'Agcom non è una autorità indipendente ma è nominata dai partiti.La corte costituzionale interviene nuovamente nel 2003 dichiarando lei i termini:31 dicembre 2003.Berlusconi all'epoca approva la Gasparri 1,rimandata indietro da Ciampi inquanto legge incostituzionale. A questo punto Berlusconi vara il decreto salva rete 4 e approva la Gasparri 2 nell'aprile del 2004.
A questo punto anche la corte di giustizia delle comunità europee nel 2008 dice che l'italia è fuori legge; affermando la illeggittimità della normativa che permetteva il differimento degli effetti del provvedimento accusandoli occupanti di fatto delle frequenze.Autorizzando di fatto il consiglio di stato a togliere le frequenze a rete 4 dandole ad europa 7 che ha tutte le concessioni e ha vinto tutti i ricorsi in questo "guado".A dicembre dovrà,il consiglio di stato effettuare queste direttive europee.
A questo punto il governo italiano,insieme all'Agcom ha stabilito che le frequenze si tolgono a Rai1.     (L'informale)6 novembre 2008.


Ricordate e divulgate.
A voi i commenti.





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Finalmente Europa7 trasmetterà   6/11/2008 1.22.0 (247 visite)   Informale
   Cosa??????????   6/11/2008 1.27.15 (76 visite)   luca28
      tu per chi hai votato?   6/11/2008 1.29.56 (70 visite)   Informale
         Ovviamente PD   6/11/2008 1.32.25 (79 visite)   luca28
            re:Ovviamente PD   6/11/2008 2.5.13 (74 visite)   Zanardi
               pie'   6/11/2008 9.53.29 (60 visite)   Fetuffo
               Cazzone ho votato PD   6/11/2008 12.55.24 (40 visite)   luca28 (ultimo)
   re:Finalmente Europa7 trasmetterà   6/11/2008 1.32.33 (66 visite)   micetta73
      micè cia può fa pur tu...   6/11/2008 1.34.14 (70 visite)   luca28
      re:Finalmente Europa7 trasmetterà   6/11/2008 1.47.43 (64 visite)   LadyNurse
   re:Finalmente Europa7 trasmetterà   6/11/2008 1.55.34 (51 visite)   micetta73

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