Nick: Bardamu Oggetto: re:Riflessioni sulla democrazia Data: 14/11/2008 10.10.12 Visite: 59
"Ora quel che si paventa per il domani è già accaduto ieri, a Genova, durante i giorni del G8. E' accaduto proprio nelle forme augurate oggi da Cossiga. Black Bloc che distruggono la città senza alcun contrasto. Black Bloc che si allontanano indisturbati mentre appare la polizia che si avventa contro i manifestanti inermi, pacifici, a braccia alzate e, nella notte, contro i 93 ospiti della scuola Diaz che si preparano al sonno o nel garage Olimpo di Bolzaneto dove vennero ancora umiliati e torturati. Con il risultato che una generazione che, per la prima volta, scopriva la dimensione politica fu consegnata alla paura, alla solitudine, alla disillusione.
Dopo sette anni, la situazione non è diversa. Il governo è lo stesso, solo più lucido, determinato e coeso intorno alla figura del leader carismatico. Nelle strade c'è un nuovo movimento di giovani che rifiuta un progetto di ordine sociale che annuncia esclusioni e differenze, che si oppone alla caduta di ogni garanzia di eguaglianza. Che cosa faranno le burocrazie dello Stato? Che cosa faranno le polizie sospinte nello spazio stretto tra la politica e il diritto, tra la violenza e la legge? Il processo di Genova ci dice che in uno Stato che si presenta come questurino c'è chi è disponibile a un'illegalità criminale quando il dissidente diventa un "nemico" da annientare.
Sono buone ragioni per non accontentarsi di una sentenza, per non chiudere il "caso Genova" nel perimetro di un'aula giudiziaria. In un tempo di aspri conflitti sociali, già inquinati da un estremismo fascista che minaccia l'informazione, il sindacato dei lavoratori, le proteste sociali e le forme di dissenso, il Paese deve sapere se può contare su una polizia fedele alla Costituzione o dovrà fare i conti anche con una burocrazia della sicurezza gregaria di un governo che prevede il rischio assoluto, il conflitto continuo, lo "sfondamento", una polizia sottomessa a un ordine capace di riservare all'interno del Paese la stessa ostilità che si riserva a un minaccioso "nemico" esterno.
Anche ora che la sentenza di Genova circoscrive le responsabilità a pochi "fuori di testa", dalle forze dell'ordine dovrebbero giungere all'opinione pubblica limpide e inequivoche rassicurazioni. Chi ha a cuore la Costituzione, nelle istituzioni, nella società, nella politica, dovrebbe invocarle. Perché le sentenze per la Diaz e Bolzaneto più che rasserenare, inquietano. Più che medicare le ferite, le fanno ancora sanguinare."
già
abbiamo imboccato proprio una brutta strada |