Nick: m|r Oggetto: Nobiltà Data: 20/11/2008 22.11.22 Visite: 234
Ci sono molte cose che NON devi essere quando sei alle medie. NON devi essere grasso. NON devi vestire in maniera originale. NON devi avere gli occhiali. NON devi avere difetti tipo orecchie a sventola, balbuzie, gambe storte, denti divergenti e praticamente qualsiasi cosa diverga dall'essere un bambino perfetto. Questo compagno di classe, invece, le aveva tutte. Era grasso e quasi sempre sudato. Aveva quel tipo di occhiali che sembra che gli occhi stiano dall'altra parte di un acquario a boccia. Vestiva con pullover a rombi grandi e colorati. Anche i pantaloni erano di lana. Gli facevano un effetto calzamaglia che era la gioia di tutti i teppistelli della scuola. Aveva anche un difetto di pronuncia. Diceva che la sua erre era dovuta al fatto che fosse di origini nobili. Il suo cognome era lunghissimo tipo "de biase di sirignano e calabritto". La prima volta che la nostra maestra, comunista militante, lo lesse in classe si lasciò scappare un "ma vaffa...". Fu solo l'ultima della serie. I teppistelli lo mettevano in croce. Gli facevano cadere gli occhiali a terra, gli sputavano alle spalle in uno dei rombi del pullover, gli sfilavano il pantalone di maglia. In cortile c'era anche questa amabile usanza di buttare in testa al povero "conte" una giacca per fargli il cappottone di mazzate. Una volta arrivai tardi a scuola. Stavano tutti per entrare. La mia classe era già sul portone e solo il conte stava a terra. Raccoglieva i cocci dei suoi enormi occhiali. Questa volta gliele avevano date di santa ragione e gli avevano rotto gli occhiali e il pantalone era strappato lungo una gamba. Mi fermai fermando l'impulso di entrare con gli altri per non fare tardi. Gli dissi se voleva venire a casa mia per coprirsi e mettersi un po' a posto. Era vicina e si sarebbe anche un po' ripreso dalla brutta esperienza. Mi disse "Mia madre mi ha detto che non posso andare a casa di chi non è nobile. E poi forse vorrai qualcosa in cambio" Fu allora che mi sembrò che "nobile" fosse solo un altro modo di dire di "solo".
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