Nick: Haran Oggetto: Non ti pago Data: 8/12/2008 10.23.21 Visite: 249
Quando si dice che le partite si devono sempre prima giocare, allorquando il gatto non è ancora nel sacco: il Siena, da prima vittima sacrificale del favorevole calendario, si è trasformata nell'avversario meno adatto al momento storico: le sensazioni trasmesse dal primo tempo sono state di quelle da brutti pensieri, una sorta di appendice di quei minuti finali del disperato recupero cagliaritano. Raddoppio costante sui portatori di palla azzurri e squadra alta con gli attaccanti bianconeri a scattare sulla lama del fuorigioco: si capisce subito che Giampaolo non risparmia velleità tattiche e coraggio da provinciale. Il Napoli della ripresa, come da quota-scommesse, si è guardato allo specchio ed ha capito che non c'erano i motivi per non prendersi ciò che gli spettava: l'ingresso di Denis ne è stata l'avvisaglia decisiva, nonchè l'atto di forza vincente. Gli azzurri riprendono la loro corsa verso l'obiettivo stagionale, quello dichiarato, ma che lo stazionamento nei piani alti della classifica fa sembrare sempre meno esaustivo, a fronte di aspettative sempre più esigenti. L'eventuale conquista del quarto posto finale, infatti, aprirebbe tutt'altri scenari, tecnici e di mercato. Ma il progetto societario 2008-2009 non prevede traguardi ritenuti fuori portata e sopratutto relativi aumenti salariali fuori budget. Parola di De Laurentiis-Marino, tutt'altro spaventati dai proclami dei procuratori dei gioiellini, che, come prevedibile, iniziano a batter cassa già molto prima del sole primaverile e dei bilanci di fine campionato. Ma se è vero che i contratti quinquennali sono stati veri e propri capolavori di lungimiranza manageriale, è altrettanto vero che i rilanci provenienti dagli squadroni di mezza Europa non sono da sottovalutare. Anche se spesso si rivelano solo dei bluff, buoni solo a far salire le azioni di questo o quel presunto campione. La piazza napoletana resta una delle culle migliori per chi cerca fama e gloria, amante possessiva ed incondizionata -spesso anche fin troppo asfissiante- verso coloro che divengono gli idoli della domenica. Purtroppo il mercato moderno del pallone impone regole e meccanismi economici da cui risulta difficile prescindere, dove il colore della maglia diviene un optional, spesso intriso di ipocrisia e di dichiarazioni di eterna fedeltà che lasciano il tempo che trovano. Il calcio non è il cinema, tanto per capirci. E Lavezzi evidentemente non è De Sica.
Le idee sono come le tette, se non sono abbastanza grandi si possono gonfiare. |