Nick: Buendia Oggetto: il fanatico è un vigliacco Data: 10/12/2008 15.59.53 Visite: 224
scriverò questa cosa in tutta fretta, forse ne perderà di logica, di correttezza. fa niente volevo cambiare il mondo ma il mondo mi dimostra quotidianamente la sua schiena di compagine compatta, mi fiacca le migliori intenzioni. il mio spirito adolescente non vive più di slanci e attese fiduciose, forse è migrato altrove, l'ho perso, forse pensavo di e in realtà fingevo di. la vecchia storiella agra, il bambino quando comincia a crescere si chiede perché, maestra, a scuola ci insegnavi che eravamo tutti uguali e quando entrava il direttore ci dicevi di alzarci in piedi mentre quando entrava il bidello potevamo restare seduti? poi dicono che gli anni migliori sono quelli di quando sei piccolo, sei giovane e tenero come il bambù verde e non hai pensieri, grosse preoccupazioni. col cavolo, ciascuno ha le preoccupazioni della sua età, e pergiunta che fanno?, ti insegnano a stare in una vita immaginaria: facci la cortesia di esser bravo, gentile, educato, rispettoso, sarai un adulto migliore. poi cresci, passano gli anni e ti trasformi in una carogna, volevi cambiare il mondo e il guaio non è nemmeno che è il mondo ad aver cambiato te ma, semplicemente, sei rientrato nel suo corpo naturale, corpo immenso, molteplice tuttavia unico, adeguato alla media. non puoi sfuggire alla mortificante media, stare stipato come una sigaretta nel suo pacchetto, è quello che ti spetta da quando eri solo un'intenzione immateriale nei lombi paterni. il mondo, dove le idee tue contano quanto un cece secco, ti ha fatto cosa sua, ti assimila per poi rigettarti, ti umilia e ti riprende, ogni istante di ogni giorno passa il tempo ad ingannarti con la più dolce delle lusinghe. ed è allora che qualcuno, dal suo nido di consapevolezza parziale, si sveglia, ti viene incontro, ti viene contro, prende la sua rabbia colma di impotenza, l'impotenza non-sildenafil reversibile, e con questa stessa rabbia ti scaglia addosso l'accusa di essere colpevole di questo sporcomondo, di essere silentemente d'accordo col sopruso, con l'inganno lusinghiero, con le regole rovesciate e i falsi codici. ti viene contro, ti viene contro, ti viene contro, crede di essere puro, lui, si sente giusto; altro non vuole che tu gli presti la tua voce per dare fiato alla rabbia che gli ottunde il cervello. vede l'omicida in volto ma viene a chiedere a te ragione di quel sangue. sentenzia la condanna per cui tu sei sbgaliato come sbagliato è il 'sistema' che non combatti. ti offende ripetutamente schiumando dalla bocca con il fanatismo che lo pervade, infine riesci a ridurre il suo strepito al raglio di un asino, aggiungendo pena alla pena, certo, perché non puoi far altro che averne un po' anche per lui.
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