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Nick: PepposDj
Oggetto: Iraq: divampa la guerra totale
Data: 22/8/2004 14.28.54
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NAJAF - Carri armati americani sono avanzati oggi a una distanza di 800 metri dalla moschea di Ali a Najaf, la citta' santa sciita a Sud di Baghdad, dove sono ancora asserragliati i miliziani del leader religioso estremista Moqtada Sadr. Lo ha detto un testimone dell'agenzia britannica Reuters. In precedenza, oggi, aerei americani hanno nuovamente attaccato le posizioni dei miliziani, dopo che sono entrati in crisi i negoziati per ottenere che essi cedessero il controllo del luogo sacro dopo 18 giorni di assedio.

FORSE RAPITO BALDONI, UCCISO IL SUO INTERPRETE
ROMA - Mancano ancora conferme ufficiali ma, a 48 ore dalla scomparsa, cresce l'ansia per l'ipotesi che Enzo Baldoni, il free lance italiano in Iraq per 'Diario', sia stato rapito. Dopo una giornata di voci sul blog del giornalista e di cautela da parte della Farnesina, l'unica notizia certa e' che l'autista e interprete del reporter, Ghareeb, e' stato ucciso nei pressi di Najaf ed il suo cadavere e' stato trasportato nell'obitorio dell'ospedale Al Iskandaria, a Latefia, a 50 chilometri da Baghdad.

Di Baldoni, pubblicitario milanese con la passione per il giornalismo nelle zone di guerra, si erano perse le tracce tra giovedi' sera e venerdi' mattina quando il freelance si era staccato dal secondo convoglio di aiuti umanitari che la Cri aveva trasportato da Baghdad a Najaf e al seguito del quale si erano accodati alcuni giornalisti italiani, tra i quali il collaboratore di 'Diario'.

Da allora l'ipotesi piu' accreditata era che Baldoni, che non e' munito di telefono satelittare, si fosse nascosto da qualche parte a Najaf a causa dei disordini nella citta' e avesse difficolta' a contattare i famigliari e le autorita' italiane. In serata e' arrivata la notizia, circolata gia' dal pomeriggio sul blog del giornalista (www.bloghdad.splinder.com) e confermata dal direttore di 'Diario' Enrico Deaglio e dalla Cri, dell'uccisione dell'autista e interprete, forse in seguito ad un'imboscata tesa da criminali comuni visto che i contatti della Croce Rossa con i leader sciiti e sunniti della guerriglia irachena affermano di non sapere nulla di un eventuale agguato. ''In assenza di conferme - spiega Deaglio - il rapimento di Baldoni e' un'ipotesi ma la cosa certa e' che Enzo e Ghareeb erano insieme e quindi uno potrebbe essere stato ucciso e l'altro rapito. Da una ricognizione fatta dalla Cri negli ambienti dell'opposizione e di gruppi di guerriglia non risulta alcun rapimento e quindi c'e' anche l'ipotesi di un rapimento da parte di predoni''.

La Croce Rossa ha informato l'ambasciata italiana del ritrovamento del cadavere dell'interprete mentre nel pomeriggio dalla Farnesina si faceva rilevare che non era emerso alcun elemento per dare maggiore attendibilita' o smentire una qualsiasi delle ipotesi finora formulate sulle ragioni per le quali il giornalista abbia interrotto i collegamenti con l' ambasciata italiana. Anche il fratello di Baldoni, originario di Preci (Perugia) ma da anni residente a Milano, ha ammesso di non aver piu' notizie da 48 ore e si e' detto ''preoccupato ma fiducioso'' sulla sorte del famigliare.

Secondo una ricostruzione, fatta dall'inviato della Rai Pino Scaccia, uno degli ultimi ad aver visto il giornalista, la morte dell'interprete risalirebbe a 48 ore fa e l'imboscata potrebbe essere stata tesa da predoni che, dopo aver ucciso Ghareeb, potrebbero vendere Baldoni a miliziani della guerriglia irachena.

Sul suo blog, l'inviato della Rai racconta cosi', prima della notizia dell'uccisione di Ghareeb, gli ultimi momenti in compagnia di Baldoni e il sogno del freelance di riuscire ad intervistare il leader sciita Moqtada Al Sadr. ''Siamo usciti da Najaf - scrive Scaccia - e ci siamo rifugiati a Kufa, in una moschea. Mentre i medici della Croce rossa medicavano i feriti (Kufa e' a ridosso della citta' santa) gli irakeni ci hanno offerto da mangiare. Io ho rifiutato. Enzo invece e' andato a pranzo. Quando e' tornato mi ha chiesto in prestito il telefono satellitare, per chiamare casa. Poi ci siamo salutati. Io sono tornato a Baghdad, per fare i servizi per i Tg, lui e' rimasto con Ghareeb, di cui si fida ciecamente''. ''L'idea di restare un po' li' - continua Scaccia - me l'ha confidata piu' volte. 'Per capire, servono tre, anche sette giorni' mi aveva detto. Non vorrei proprio sbagliarmi, ma sono convinto che Enzo adesso stia rintanato da qualche parte in attesa di quel sogno che ci scambiavamo spesso per gioco: 'Pensa se becchiamo al Sadr!'''.
22/08/2004 13:45



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