Nick: m|r Oggetto: certe infezioni che ti vengono Data: 14/12/2008 14.11.34 Visite: 214
C'avevo l'infezione agli occhi. Mi prudevano da morire. Stropicciarli equivaleva a tanti piccoli orgasmi. Solo che dopo bruciavano ed erano rossi per giorni. Avevo mia nonna nel letto a pochi passi dalla morte, un cumulo di libri sulla scrivania da studiare per qualcosa che non m'interessava più e nessun altro desiderio che stropicciarmi gli occhi. Ad agosto, in città, sembra che i sensi si possano acuire. Il silenzio mette in evidenza suoni e rumori che non avevi mai colto prima. Di notte ci sono finestre accese che sono porzioni di vita che puoi valutare. In quelle notti afose, il caldo e la tristezza mi facevano stare sul balcone. Cercavo aria, vie di fuga. Una finestra del palazzo di fronte si accende. C'è una ragazza con un libro in mano che va avanti e dietro. Anche lei è rimasta qui per qualcosa. Le strade deserte, i lampioni a illuminare inutilmente porzioni di strada, un cane passa veloce, si ferma vicino a un muro, lo annusa con cura, ci piscia su e poi riparte rapido. La ragazza ha finito di ripetere. Dopo poco si sente della musica. Lei ogni tanto passa davanti alla finestra illuminata e balla. E' tutta dinoccolata e sciolta mentre balla. Riesce nel miracolo di farmi sorridere. Immagino una vita più regolare, rettilinea della mia. Scelte condivise, traguardi alla portata e soddisfazioni. Gente pronta ad abbracciarla e dirle "Va tutto bene, sono con te". Il sorriso sulle labbra mi si spegne. Prendo una Peroni in frigo, una sedia in casa, mi rimetto sul balcone, mi siedo e mi stropiccio violentemente gli occhi. "la vita è per lo più manutenzione" |