Bologna, 15 gennaio 2009 - In fondo, è una questione di avversativi. E' tutto legato a un ma. Il Manchester City, foderato con l'oro dello sceicco Al Mansour Bin Zayed, piomba a Milano, sventola sotto il naso di Galliani 100 milioni di euro per Kakà e sotto quello del giocatore 75 milioni di euro netti per cinque anni. Kakà replica: "Voglio invecchiare con il Milan e diventarne il capitano. Ma se la società decidesse di cedermi, la situazione potrebbe cambiare. Possono succedere tante cose".
Dopodichè si apprende che il padre del Pallone d'oro 2007, l'ingegner Bosco, ha già parlato al telefono con Kia Joorabchian, l'uomo del City. Che Diogo Kotscho, amico e portavoce brasiliano del milanista confida: " Un trasferimento in Inghilterra non è impossibile". Che gli scommettitori inglesi non credono alle parole del giocatore e le puntate sul suo passaggio ai Citizens si moltiplicano. Che il Milan ha autorizzato il primo incontro fra lo stesso Bosco e Joorabchian. Che Ancelotti, Buffon e Gattuso sono gli altri capisaldi del progetto Manchester City 2009-2010. Che il patrimonio personale di Al Mansour ha appena sfondato il tetto dei 500 miliardi (miliardi) di euro. Che la mission, per usare il lessico berlusconiano, impartita dal nobile arabo ai propri uomini è perentoria: diventare in tre anni la prima squadra della Premiership, costi quello che costi.
500 miliari di euro?
quant so?