Nick: Haran Oggetto: L'incapacità di osare Data: 19/1/2009 10.54.36 Visite: 332
Che non fosse giornata lo si è capito subito. Nessuna sorpresa nel vedere il Napoli con il vestito da trasferta, se non l'angoscia, tramutatasi in impotente realtà, di perdere l'ennesima occasione di un turno da cui dover trarre il massimo beneficio. Indipendentemente da velleità ed obiettivi più o meno dichiarati. Appare inoltre sterile, nonchè improduttivo, prendersela con la direzione di Farina: il giudizio sulla prestazione della squadra è da isolare, rispetto ad una diffusa mediocrità arbitrale da dover combattere con il gioco prima ancora che con le lamentele nelle stanze dei bottoni. La quinta sconfitta consecutiva lontano dalla fortezza di Fuorigrotta impone delle riflessioni, seguite da relative domande sui motivi, le colpe, le possibili correzioni. La premessa di assitere ad un torneo equilibrato ed imprevedibile, dove il fattore campo è tornato prepotentemente alla ribata, non giustifica l'atteggiamento da trasferta e quel tema tattico che sta diventando la zavorra della gestione Reja. Il Napoli visto a Verona ha avuto gli stessi connotati della disfatta di Torino, con in comune un'impostazione tattica che forse meriterebbe una concreta riflessione da parte del tecnico: il 3-5-2 è davvero il modulo da cui non si può mai prescindere? L'incapacità di osare anche con l'ultima in classifica è da ricercare nelle scelte e nelle indicazioni strategiche di Reja o in una sorta di blocco mentale da trasferta?. E poi, Hamsik: dove è finito il calciatore corteggiato da mezza Europa? L'espulsione dello slovacco è l'ultimo capitolo della parabola discendente di questo ragazzo che da troppe partite appare avulso dal gioco, poco ispirato e soventemente bloccato in compiti difensivi che non fanno esattamente parte del suo Dna. Ancora una volta l'unico a non sfigurare in pagella resta il Pocho: l'argentino ha provato a caricarsi sulle spalle l'intera fase offensiva, divenendo incubo per i difensori gialloblu e fermato solo dalla traversa nella sua disperata opera di salvataggio della baracca. C'è chi sostiene che questa posizione in classifica sia tutto merito suo: se non è cosi, poco ci manca. Il momento impone riflessioni di mercato che vadano al dì delle prospettive a lungo termine: se la Champions è diventata improvvisamente una "bestemmia impronunciabile", c'è da rispettare l'obiettivo minimo stagionale, una qualificazione Uefa che non può essere snobbata nè tantomeno fallita. Il campionato riprenderà da dov'era iniziato, a campi invertiti: nella prima di ritorrno ci sarà la visita di Totti e compagni, decisi a prendersi i punti utili per il quarto posto prematuramente lasciato per strada. Tra le mura amiche gli azzurri non hanno mai deluso: al San Paolo questa squadra si trasforma, nel fisico e nella mente, in virtù di quel rapporto speciale, quasi morboso, che la squadra ha con il proprio pubblico. Ma basterà?
Il mio diavolo danza col suo demone..e la melodia che ci accompagna durerà ancora... |