Obama prepara chiusura Guantanamo. Chi dara' asilo ai detenuti?
Comincia l'era Obama con un colpo al simbolo dei metodi Bush
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Roma, 22 gen. (Apcom) - Guantanamo chiuderà. Il discorso d'insediamento aveva dettato un'aspra sentenza, e l'epoca Obama comincia in fretta, mettendo le mani sul simbolo stesso dei metodi dell'amministrazione Bush, il carcere sull'isola di Cuba.
La decisione è arrivata nel mezzo dei festeggiamenti per l'insediamento: la presidenza Obama ha raccomandato la sospensione di tutti i processi dei tribunali speciali inventati dall'amministrazione Bush per i detenuti di Guantanamo, in attesa di una revisione dei casi delle 245 persone ancora nella base militare. In risposta alla richiesta della pubblica accusa, oggi, a catena, i magistrati hanno sospeso le udienze. Il segretario alla
Difesa Robert Gates ha indicato che il Pentagono rivedrà le procedure di incarcerazione dei 'guantanameri'. E infine è circolata una bozza dell'ordine esecutivo di Obama ottenuta dalla
Associated Press: parla di una chiusura di Guantanamo prevista entro il 2009.
E' solo la prima tappa e non si sa quando questa bozza diventerà realtà concreta. Ma si chiuderà allora con Guantanamo uno sconcio giuridico che viola il concetto stesso di 'habeas corpus' alla base del diritto anglosassone: in nome della guerra al terrorismo, l'amministrazione Bush ha arrestato - per lo più in Afghanistan - e detenuto per anni centinaia di sospetti senza processi nè incriminazioni, alcuni minorenni, chiamandoli "nemici combattenti" e tentando di sostenere che Guantanamo, non essendo su territorio statunitense, non era tenuto a rispettare la giurisdizione Usa.
Un sospiro di sollievo internazionale ha accolto la decisione.
Il commissario Ue alla Giustizia Barrot ha detto che Obama vuole "girare la pagina di questo triste episodio". Ma chiudere Guantanamo significa risolvere, anche con l'aiuto europeo, il nodo del futuro delle 250 persone che ci vivono, poche delle quali sono state incriminate e sono davanti alle "commissioni militari speciali" che dovrebbero giudicarle. Si tratta di coloro nei cui confronti ci sono indizi effettivi di una qualche attività terroristica (fra cui i 5 sospettati per complicità negli attentati dell'11 settembre). E gli altri? Nel corso degli anni, circa 500 persone sono state liberate da Guantanamo e rimandate quietamente a casa, in numerosi paesi, a volte semplicemente scarcerati. I restanti, in seguito a uno sfiancante tiro alla fune con la
Corte Suprema che ha cercato di riaffermare almeno in parte il principio del diritto al processo, sarebbero appunto dovuti passare davanti alle commissioni militari speciali. Alcuni sono considerati pericolosi, gli altri corrono il rischio di essere perseguitati in patria. Non è chiaro se gli Stati Uniti di Obama siano disponibili a liberarli sul proprio territorio.
Mentre l'Unione europea sarebbe pronta a dare una mano, ma con grande cautela. La chiusura del carcere 'extragiudiziario' di Guantanamo "è un problema americano", ha sottolineato il Rappresentante Ue per la politica estera, Javier Solana. Ma se l'Unione europea può contribuire a risolverlo il più rapidamente possibile "proverà a dare il suo aiuto".
All'Ue, in particolare, gli Stati Uniti chiedono una mano per ospitare i prigionieri che non possono essere rimpatriati per il rischio che vengano sottoposti a tortura. Il Portogallo si è dichiarato disponibile, e la Gran Bretagna sarebbe pronta a fare lo stesso, mentre mentre Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Spagna hanno escluso tale eventualità. Difficile la posizione della Germania, che in settembre va alle elezioni. Mentre il ministro degli Esteri socialdemocratico Steinmeier si dice pronto a offrire asilo, le componenti cristiano democratiche del governo, fra cui proprio la "cancelliera" Angela Merkel, sono assai più reticenti.
Aqu MAZ
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