Nick: mir Oggetto: fresco fresco Data: 3/2/2009 20.54.43 Visite: 235
Il termometro fuori al negozio segna -5°. Dietro le vetrine, al caldo, ci sono un paio di supercar con una stella a tre punte luccicante sul davanti. A vederle, sono auto che consumano e inquinano anche da spente. Ai loro lati quattro omoni di colore in giacca e cravatta, con aria minacciosa. Dei curiosi gironzolano intorno ai corpi di acciaio, bianco verniciati. Poveracci in cerca di echi di ricchezza. Fuori alla vetrina, nella strada tagliata dal vento gelido, un uomo con delle bermuda lerce e a piedi nudi, porta una coperta bianca sulla testa e guarda verso l'interno del negozio. Sembra un fantasma. Sorride con gli occhi chiusi e ondeggia leggermente. I piedi sono neri di ipotermia. Dal naso gli gocciola qualcosa che poi gli si spegne all'interno di quel sorriso fisso. Gli omoni neri restano fermi e si guardano in attesa di qualche ordine. Anche i visitatori si sono accorti del fantasma dietro la vetrina. Ed è come quando qualcuno, ad un festa, mette un canzone brutta e tutti smettono di ballare. Ad un certo punto, il deus ex machina. Un uomo giovane, elegante, bello e dal passo atletico spunta da un ufficio dell'atelier. Al suo fianco ha una bionda che appare spesso sulle copertine di certi giornaletti. Sembra molto allegro fino a che non si accorge anche lui del fantasma. L'uomo giovane esce dall'atelier, si alza il bavero della giacca per proteggersi dal vento teso e va verso la vetrina. Dà qualcosa al fantasma che non sembra rispondere alla sollecitazione. Poi, come un miracolo, il fantasma apre gli occhi, si gira verso l'uomo giovane e bello e lo guarda. Poi guarda quello che gli sta dando. Senza mai far spegnere quel sorriso prende quella cosa, ci si soffia il naso e getta nel vento gelido di inizio febbraio un biglietto da cento euro. Poi va via. Ma la festa è rovinata per sempre. Anche la bionda dall'interno dell'atelier, per questa sera, si sente meno bionda.
|