 | | Un flashback, un incubo. Ricordate Napoli-Empoli dello scorso anno? Finì 1-3 e anche quella sfida fu condizionata da un repentino quanto improprio cambiamento di modulo. Ieri sera, idem. C’è Datolo che bussa alla porta? Bisogna farlo entrare e prepariamogli pure il terreno per un suo rapido inserimento. Risultato: il Napoli si è sfilacciato e ha mostrato una disorganizzazione imbarazzante al cospetto dell’organizzatissimo Palermo. Non è stato uno spettacolo piacevole, soprattutto per i tanti tifosi che ancora aspettano di tornare a fare punti in trasferta. Non è così che si fa. Non si è mai visto che una squadra debba adattarsi ai rinforzi che arrivano e non viceversa. A questo Napoli piacevole, prossimo alla zona Europa, serviva solo un organizzatore del gioco per migliorare le prestazioni di uno spogliatoio generoso, ancorché privo di fosforo. E se proprio non era nelle intenzioni del club questo tipo di acquisto, allora sarebbe stato sufficiente prendere un elemento di ruolo che sostituisse lo squalificato Mannini. Invece no. Dal cilindro di Marino è spuntato questo Jesus Datolo, che sarà pure un fior di giocatore, ma non era ciò che occorreva adesso. E poiché è stato pagato anche un bel po’ (otto milioni di dollari), deve necessariamente giocare. Fosse stato l’allenatore a scegliere questo tipo di strategia, qualcuno gli avrebbe spiegato che è assurdo modificare un assetto che funziona da tre anni, per tentare l’avventura di un gioco alternativo ed ipoteticamente più divertente. Ieri sera gli unici a divertirsi sono stati i tifosi del Palermo, soprattutto in quei primi quindici minuti di vero e proprio terrore per chi, invece, palpita per il Napoli. Se si intuisce che la stagione non è andata per il meglio, allora ben vengano tutti gli esperimenti improntati alla crescita della squadra futuro. Però questo Napoli meriterebbe più attenzione nelle scelte. Questa squadra è rimasta per dodici settimane in zona Champions e per sette giorni è stata anche la prima della classe. Pensare ad un improvviso imbrocchimento di tutti i calciatori, sarebbe errato ed ingiusto. Certi salti nel buio mortificano gli sforzi che tutto il gruppo sta facendo dal 3 luglio scorso, oltre ad una tifoseria che per mesi ha sognato di riuscire ad arrivare in zona Champions. E’ sempre un errore quando le indicazioni tecniche arrivano dagli uffici di una società e sarebbe stato gradito (oltre che utile) se Reja almeno stavolta avesse difeso il suo ottimo lavoro svolto in questi cinque anni d’azzurro. Rivoluzionare il modulo del Napoli su di un campo ostico come quello di Palermo (nove vittorie su undici are interne) ed a distanza di soli quattro giorni dal tour de force di Torino con la Juve in Coppa, è stata una decisione addirittura sciagurata. Non è giusto mandare allo sbaraglio calciatori provati dalla buona prestazione di mercoledì sera e disorientati da posizioni in campo, in cui non tutti si ritrovavano a proprio agio. Questo improvviso desiderio di un calcio-show, in cui il verbo “attaccare” rappresenta l’unico credo che prescinde anche delle condizioni dei singoli, non è la strategia giusta per vincere la difficile corsa ad un posto in Uefa. (Dal quotidiano Roma del 09/02/2009 ) |