Nick: Bardamu Oggetto: il lavoro è dignità... Data: 28/2/2009 16.41.20 Visite: 224
Quasi quasi mi stavo pure emozionando. Ieri a manifestare per il lavoro e la difesa della fabbrica c’era veramente un Paese in piazza. Il corteo era lunghissimo, bellissimo, da brividi.
Cazzarola! Qua non si scherza. Hai voglia a dire, come ha fatto il premier, che la crisi si affronta con la fiducia. Spendete, spendete, spendete! E come fai a spendere se il rischio fame diventa, giorno dopo giorno, sempre più concreto? Da settembre ad oggi gli operai fiat di Pomigliano hanno lavorato solo 5 settimane: la sesta sarà a marzo, dal 9 al 16, poi una settima a metà aprile. Tutto il resto è cassa integrazione, il che significa una busta paga di 750 euro, manco l’equivalente di un pigione medio basso. Spendi un cazzo con 750 euro e una famiglia a carico. Se ne sono accorti pure i commercianti della zona, bar compresi, che ieri hanno chiuso le saracinesche e hanno aderito in massa al corteo. Ufficialmente la crisi della fiat di Pomigliano è dovuta all’altissima qualità del prodotto costruito in questi stabilimenti . A Pomigliano si producono due vetture destinate al mercato di medio alto livello. E già! Qua si fanno le Alfa 147 e le159 che devono fare concorrenza alla golf e alle mercedes, mica micimicibaubau? E quando parli di quei tipi di auto mica vai a fottertene dei nuovi standard ecologici? No, non te ne fotti una cippa di minchia delle emissioni. Per cui questi modelli costosissimi non sono coperti dai nuovi incentivi alla rottamazione e la domanda crolla. Perché allora non destinare alla fabbrica di Pomigliano (che è stata completamente rinnovata poco più di un anno fa ) modelli più commerciali? Perché si consente, in un momento di crisi come questo, alla fiat (che si mantiene in piedi anche grazie agli aiuti statali), di chiudere gli stabilimenti italiani per spostare la produzione all’estero? Due settimane fa, in parlamento si è tenuta una discussione accesissima per la difesa del made in Italy che ha visto nientepopodimeno la lega mettersi sulle barricate. Sti leghisti celoduristi alla fine hanno vinto la battaglia. Finalmente dal mese di Marzo alla buvette della Camera non si venderà più il burro francese ma quello padano doc. Già, padano. Purtroppo Pomigliano d’Arco non è Malpensa e non è manco il burro padano.
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