FIAT POMIGLIANO, UNO STRISCIONE AL SAN PAOLO DOMENICA
Una maglietta con la scritta "Pomigliano non si tocca" al ritorno in fabbrica e uno slogan con i calciatori azzurri nel match di domenica con la Lazio. Le tute blu non demordono. Don Aniello Tortora: «Rimettere al centro il bene comune»
Il semaforo della speranza riprese a lampeggiare domenica scorsa a seguito dell’ultimo Angelus di papa Benedetto Decimo Sesto: poi, come la più algida delle docce, a scarica di gocce funeste, giunsero le dichiarazioni di Marchionne a far ripiombare gli animi nella più tetra disperazione. Le tute blu del Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco vivono tuttora con un cilicio stretto alla pelle che dilania e fabbrica brutti pensieri: con la cassa integrazione alle calcagna e l’assenza di una missione strategica per il futuro è difficile dormir sogni tranquilli. Ragion per cui ci si sta mobilitando in tutti i sensi e in ogni direzioni affinché non calino nubi offuscanti su uno degli slogan che campeggiava durante il corteo del 27 febbraio scorso: il lavoro è dignità, non è carità.
Domenica prossima , pertanto, in occasione della sfida di serie A tra Napoli e Lazio in programma allo stadio San Paolo di Fuorigrotta, una cospicua rappresentanza di delegati Fiat, porteranno a braccia uno striscione inneggiante allo sfacelo sociale ed economico in atto a Pomigliano d’Arco: obiettivo principale quello di diffondere in modo capillare il grido di disagio affinché nelle dovute sedi ci si possa mettere intorno ad un tavolo per assegnare un futuro degno di questo nome allo storico indotto vesuviano. I timori dei lavoratori crescono a dismisura specie se si pensa all’arrivo in città, proprio in questi giorni, di molti politici chiamati a dir la loro sulla recessione a scala mondiale in atto: le passerelle in questo momento, è bene ribadirlo, nuocciono solo alla stabilità e finiscono per coltivare false illusioni.
«Il problema c’è e non va sottovalutato – spiega Don Aniello Tortora, responsabile per la Diocesi di Nola dell’Ufficio Pastorale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato – e non è possibile lasciare senza un lavoro migliaia e migliaia di persone. Credo che in generale, in questa crisi di valori che vive il mondo, ci sia innanzitutto la perdita di moralità che porta un uomo a volersi arricchire sempre più a spese dell’altro. Anche il nostro vescovo nell’ultimo intervento in consiglio comunale ha invitato tutti a mettere al centro il bene comune e purtroppo non sempre lo si fa. Fiat – chiosa - deve sedersi ad un tavolo e cercare una soluzione per il futuro di questa città».
Frattanto Alfredo Di Salvo, consigliere del direttivo dell’Agvh Onlus, associazione genitori e volontari per la tutela del disabile di Pomigliano nonché membro di una piattaforma su facebook incentrata sulle barriere architettoniche, batte cassa anche su un altro fattore da non sottacere:«La questione Fiat di Pomigliano è una situazione che tocca tutti noi cittadini italiani, anche chi non la vive sulla propria pelle, perché con il diritto al lavoro non si scherza e con la dignità umana non si può far finta di nulla. Troppo tempo – conclude - si è giocato con i soldi ed ecco il fallimento del capitalismo e di scelte azzardate: così facendo si creano le radici di una criminalità sociale pericolosa».