Nick: CASUALmente Oggetto: Giallo ponticelli Data: 13/3/2009 13.13.38 Visite: 280
Scoppia il caso della rom condannata a tre anni e otto mesi per il rapimento fantasma di una neonata. In campo anche il Consolato Usa Non è certo se il suo nome sia Angelica o Maria. Quel che per il Tribunale dei minori è certo, è che la giovane nomade di origini rumene e dai troppi alias cercò di rapire una neonata. La rom è stata condannata, in primo grado, a 3 anni e 8 mesi. Una sentenza che però non ha affatto chiuso il caso, tanto da far scendere in campo, per chiedere che sia fatta chiarezza, riaperto il caso, l´Union Romanì (organismo internazionale per la salvaguardia dei diritti delle comunità rom), oltre all´Opera Nomadi e a Soccorso legale, che denunciano «violazioni dei diritti umani» e la «palese condanna mediatica di una innocente». Accanto a loro la Comunità di Sant´Egidio, Mani Tese, il Comitato napoletano per i rom, l´Osservazione e i gruppi Everyone e "Chi rom chi no". Ma il caso è ora anche all´attenzione del Consolato generale americano, che ha chiesto gli atti del processo. Della questione si interessa pure la senatrice Pd Annamaria Carloni, che farà un´interrogazione parlamentare. I fatti risalgono alla sera del 10 maggio. Per come l´hanno ricostruita gli inquirenti (tesi sposata dal Tribunale), Angelica si sarebbe introdotta in un appartamento di Ponticelli, avrebbe afferrato la bimba seduta in un dondolo e tentato la fuga, fermata sul pianerottolo dalla mamma della piccola rapita, poi rincorsa e quasi linciata dai familiari della donna. Un episodio che innescò la cacciata dei rom dalle baraccopoli di Ponticelli anche con raid incendiari. Angelica, 16 anni compiuti a novembre scorso, è stata condannata per sequestro di persona. La sentenza è del 15 gennaio. Otto mesi sono trascorsi tra indagini e dibattimenti, nel corso dei quali la ragazzina ha sentito pronunciare le accuse formulate nei suoi confronti senza comprenderle, perché solo di recente - come testimoniato da una mediatrice culturale di Nisida - avrebbe cominciato a masticare un po´ d´italiano. Né gli atti sono mai stati tradotti in lingua madre, dando così la possibilità all´imputata di scegliersi il rito. Angelica è stata inoltre giudicata senza che le fosse concesso il gratuito patrocinio di un avvocato (che l´ha comunque assistita gratuitamente), perché per i giudici « «potrebbe avere dei capitali in patria». Ed è stata condannata senza la concessione di alcuna attenuante, a causa di un precedente per furto che all´epoca del dibattimento non era passato in giudicato. Ma sono altri gli elementi sui quali la difesa invoca chiarezza. Su tutti, il fatto che l´episodio è stato ricostruito sulla base della sola testimonianza della madre della neonata: «Nel valutare l´attendibilità della teste - spiega Christian Valle, legale dell´imputata - non si è tenuto affatto conto di una precedente condanna nei suoi confronti proprio per falsa testimonianza». Si sottolinea inoltre che dal momento in cui la donna si è accorta dell´assenza della piccola, in cucina, a quando l´avrebbe trovata sul pianerottolo in braccio alla rom, sarebbe trascorso troppo tempo, abbastanza perché la presunta rapitrice si allontanasse. Perché, allora, avrebbe indugiato davanti all´uscio di casa? Ancora un dubbio avanzato dalla difesa: è stato provato che la sera in cui si sarebbe consumato il rapimento, la giovane avrebbe agito senza complici e mezzi di trasporto. «Assurdo ipotizzare - sottolinea il legale - che avrebbe potuto pensare di passare indisturbata, portando in braccio una bimba a piedi fino al campo rom nel quale risiedeva, che dista alcuni chilometri dalla casa». Lo stesso Tribunale ha accertato che la giovane ha agito senza la copertura di altri, per cui il rapimento e un´eventuale richiesta di riscatto avrebbe dovuto organizzarli in proprio. Dubbi che si addensano su di una vicenda che rischia di diventare un caso diplomatico. che importa se... in trasferta giocherai, "IO" ci sarò, e tu solo non sarai, amo la maglia, dai colori bianco azzurri, e per amore, SARO' SEMPRE ACCANTO A TE! |