Nick: Haran Oggetto: Ecco xkè è il gioco + bello Data: 5/4/2009 22.23.29 Visite: 152
Come in un film. Tacco, destro a giro sul secondo palo, portiere che si allunga, gol, spettacolo assoluto, inatteso. Esplode lo stadio. Il sogno di Federico Macheda, attaccante romano di 17 anni, cresciuto negli allievi nazionali biancocelesti, è lontano dalla sua gente. Non interessa né laziali né romanisti. Non si consuma all'Olimpico ma all'Old Trafford, dove gioca una squadra che in questo momento, non casualmente, è campione d'Inghilterra, d'Europa e del Mondo. La squadra di Federico Macheda.
Ieri Kiko, questo il soprannome che un anno fa Federico ha trovato sul comodino vicino al letto, era stato portato per la prima volta in panchina da Ferguson. Con Rooney e Berbatov fuori, il Manchester era in difficoltà, stava perdendo 2-1 contro l'Aston Villa e, contestualmente, anche la testa della classifica. Ferguson chiama Macheda: "Scaldati Kiko". Kiko entra al posto di Nani e si piazza al centro dell'attacco ma Sir Alex lo implora di aggredire gli spazi: "Loro sono stanchi, tu no!", gli urla. Pareggia Ronaldo. Poi succede che Kiko riceve palla dentro l'area e crea un capolavoro. Mancano pochi secondi alla fine. Il Manchester vince e si avvicina al titolo. L'Old Trafford è in delirio. Il Liverpool resta indietro. E tutto per merito di Federico il piccolo che per una sera cenerà da grande, sentirà da grande, parlerà con tutti, da grande, racconterà agli amici rimasti a casa ciò che gli è capitato, vorrà rivedersi all'infinito per capire se quel doppio gesto meraviglioso, il dribbling di tacco e il destro a giro sul secondo palo, sono frutto di immaginazione, di un bicchiere di vino a digiuno, di un dvd lasciato nel lettore in salotto. O se è semplicemente quello che è accaduto davanti a 76 mila persone alle 1Mamma e papà erano sugli spalti. Testimonieranno. Con loro, mesi fa, era sbarcato a Manchester guardandosi attorno come un fuggiasco: "Meno male che c'erano anche mamma e papà". Ferguson manda Giggs ad accoglierlo: "Sono venuto a prenderti, Federico, vieni, la macchina è questa". Fede si mette a piangere perché appena visto il campione gallese pensava che l'unica cosa sensata da fare fosse quella di chiedergli un autografo. La Lazio lo ha coccolato sino a metà 2007. Poi il suo allenatore, Avincola, è stato avvicinato da strani figuri. Gli stessi che subito dopo cominciarono a frequentare assiduamente Casa Macheda. Erano gli emissari di Ferguson. Uno di loro aveva visto Federico giocare con l'Italia U.17: "Sir Alex qui dobbiamo chiudere, è uno forte, ha solo 15 anni, quindi non ci sono vincoli contrattuali". A 15 anni il professionismo non esiste, qualunque giocatore, per legge, è libero di spostarsi. La società di appartenenza può al massimo ricevere un indennizzo determinato dai parametri Fifa. E così è andata: "Non potevamo opporci", spiega Walter Sabatini, ds laziale di quel periodo. "Ma la loro offerta era superiore alla nostra in tutto. Quando proponemmo ai genitori di stipulare un contratto senza data, in attesa del 16° compleanno del ragazzo, loro avevano già deciso di andarsene". Senza contare la suggestione. Federico ora è un Ferguson boy. Pagato alla Lazio 48 mila euro, praticamente simboliche. E fa un gol da Ronaldo. Che per 48 mila euro a volte, non sempre, sorride.
Il mio diavolo danza col suo demone..e la melodia che ci accompagna durerà ancora...