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Nick: Bardamu
Oggetto: una storia italiana
Data: 10/5/2009 22.49.44
Visite: 263






“Noi trasmettiamo sempre un messaggio negativo. Se qualcuno in viaggio per Palermo in aereo, non ricorda che l’immagine della Sicilia è legata alla mafia, noi lo evidenziamo subito già con il nome dell’Aeroporto di Punta Raisi [dedicato a Falcone e Borsellino].” -Gianfranco Miccichè.






A questo punto la premessa è doverosa, così almeno forse ci sparagniamo le solite risposte a cazzo. Allora lo dico chiaramente, questo non è accanimento verso una persona, lo giuro. Io non credo che Silvio Berlusconi sia la fonte di tutti i mali dell’umanità, e solo una  delle tante.


 E dico pure che  l’onesta intellettuale mi porterebbe ad iniziare da sinistra e cioè da quelli che dell’antimafia ne hanno fatto una casacca. E allora dovrei fare un post su Luciano Violante che difende la candidatura di Vladimiro Crisafulli. Uno che nel 2001 si fece filmare in compagnia di un boss mafioso, un po’ la  storia del ministro della giustizia Alfano beccato al matrimonio della figlia del  mammasantissimo di Palma di Montichiari. Insomma non mi sento investito da una missione, di quelle che ti spingono a cercare di redimere le anime dei peccatori, anche perché l’impresa è immane e io sono troppo pigro per queste cose.


Però credo che queste siano tutte  storie che bisognerebbe conoscere prima di votare.


Scelgo di iniziare da quello che ricopre la carica più importante…poi se tengo genio proseguo.




Nel 1974 Marcello Dell’Utri organizzò un incontro a Milano fra Silvio Berlusconi e i mafiosi Bontade, Teresi, Cinà e Di Carlo. L’incontro, agli atti del processo Dell’Utri, lo racconta Francesco Di Carlo, boss mafioso pentito, allora noto come "Frankie the Strangler" perché abilissimo a uccidere a mani nude. Posto un estratto dalla sua deposizione che potete leggere direttamente dalla sentenza Dell’Utri, quella che ha condannato Dell’Utri a 9 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa(link  sentenza: http://www.laprivatarepubblica.com/overruling/Dell%27Utri%20-%20Sentenza%20Tribunale%20Palermo%20-%2011-12-2004.pdf ), oppure comprando il libro "L’amico degli amici " di quei due orridi dipietristi di Gomez e Travaglio.


 


Siamo entrati e a venirci incontro è stato proprio Marcello Dell’Utri, che io conoscevo. Ci ha salutati: con Tanino Cinà si è baciato, con gli altri si è baciato, con me no. Si davano del tu. Siamo entrati in una grande stanza e c’era una scrivania. Ci siamo seduti. Dopo un quarto d’ora è spuntato questo signore e ci hanno presentato il dottor Berlusconi. Le presentazione le faceva Dell’Utri. Berlusconi però conosceva già Gaetano Cinà.Dell’Utri era con un vestito blu scuro, giacca e cravatta. Il dottore Berlusconi aveva una camicia sotto e un maglioncino a girocollo e un jeans. Abbiamo scherzato di questo con Bontade e Teresi, dopo. Ovvero il fatto che abbiamo passato un’ora a prepararci e questo è venuto in jeans e maglioncino.Hanno fatto arrivare il caffè, quando è entrato Berlusconi. Poi abbiamo cominciato a parlare di cose più serie. Si è cominciato a parlare di lavoro. Teresi disse che stava facendo due palazzi a Palermo e aggiunse: “certo, lei, dottore, sta facendo una città intera”.


Sono andati nel discorso della garanzia perché Berlusconi disse che era preoccupato. Bontade gli fece raccontare la situazione. Berlusconi disse “Marcello mi ha detto che lei è una persona che può garantirmi questo e altro”. Allora Stefano Bontade, modesto, rispose “No, io sa… però lei può stare tranquillo. Lei avrà persone molto vicine, che qualsiasi cosa chieda sarà fatta. Poi ha Marcello qua vicino e per qualsiasi cosa si rivolga a lui”. Poi disse: “In ogni caso Marcello può garantire perché è molto vicino a noialtri”.


Si parlava di costruzioni e Bontade gli disse: “Ma perché non viene a costruire a Palermo? In Sicilia?” Berlusconi rispose con un sorriso sornione: “Ma come, debbo venire proprio in Sicilia? Con i meridionali ho problemi e devo venire là…”. E Bontade gli ha detto: “Ma lei è il padrone quando viene là, siamo a disposizione per qualsiasi cosa”.


Berlusconi anche lui alla fine ci ha detto che era pure a disposizione per qualsiasi cosa. E “a disposizione” - non so se per i milanesi abbia un senso differente - perché per noialtri quando ci dicono “a disposizione”, in Cosa nostra si deve essere disponibili a tutti.


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