Nick: mitty Oggetto: Allevi in concerto Data: 13/5/2009 18.37.0 Visite: 327
Un uomo e il suo pianoforte. Un uomo che con la sua voce dolce e dal tono pacato invita la platea a percorrere insieme a lui un viaggio: quello della sua vita. Si siede al piano e suona il primo brano che abbia mai scritto, risalente ai suoi 17 anni, la cui melodia ben rende l’idea dell’animo adolescenziale che oscilla dall’infanzia ai primi accenni di maturità. Da qui si susseguono brani nati durante la rincorsa verso il suo sogno, quello di riuscire a vivere per e di musica. Pezzi nati quando dalle Marche si è trasferito a Milano, per mantenersi faceva il cameriere e viveva in un monolocale; quando di notte dalla finestra guardava la luna e ripensava alla sua famiglia e agli affetti lasciati ad Ascoli Piceno o quando un mattino un raggio di sole rosso ha fatto breccia da quella stessa finestra infondendogli entusiasmo; o quando, di ritorno da un tournee in Cina, arrivato sotto la sua casa milanese ha avuto il suo primo attacco di panico dovuto a tutte le intense emozioni provate. Brani nati quando, dopo un’audizione, è riuscito finalmente ad approdare a New York e viveva ad Harlem. Ricorda l’incoraggiamento del cassiere del supermercato sotto casa (Go with the flow), l’esser riuscito a cogliere istanti di quotidianità sedendosi su un marciapiede accanto ad un cesto dell’immondizia e osservando il tran-tran in strada, dimostra l’affetto che prova per le persone che popolano Downtown. Racconta le emozioni provate dopo il suo unico concerto a Vienna quando ha visto Il Bacio di Gustav Klimt e ne è rimasto estasiato e così ispirato da dar vita ad un nuovo componimento. Arriva poi il momento di inneggiare alla vita, a quella che inizia quando il cuore batter per la prima volta ma anche alla sua, poiché da quando ha scoperto che la sua forza è la sua fragilità è tornato a respirare. Allevi è sicuramente una persona di una sensibilità ed umanità indefinibili, una persona che nonostante l’ansia, la timidezza e l’imbarazzo si mette completamente a nudo davanti al suo pubblico, lo prende per mano e lo accompagna lungo il tragitto che ha scelto per raccontarsi attraverso le canzoni e le relative introduzioni, caratterizzate da una simpatia ed un senso dell’umorismo che generano risate e sorrisi pieni di stima e tenerezza per quell’uomo dalla figura un po’ buffa che, quando si siede dinanzi a quello strumento che – ammette lui stesso – gli fa paura e dal quale ha imparato a difendersi, diventa un tutt’uno con esso. Agli occhi di chi li osserva sembrano fondersi, amarsi e far fruttare questo loro amore partorendo figli composti da note che armoniosamente si susseguono e destano ammirazione in chi le ascolta. Questo è Giovanni Allevi: un artista che coi VIP che artisti vogliono/vorrebbero definirsi non ha nulla a che fare, un artista che dopo il concerto esce e si ferma a firmare autografi a tutti (e dico TUTTI) quelli che si sono trattenuti ad aspettarlo, a fare foto con le persone che gli parlano e si complimentano, si fa perfino staccare i suoi riccissimi da chi glielo chiede! Queste parole di profonda stima ed ammirazione sono per lui, un uomo che merita il successo raggiunto e che da ragazzo sognava, un uomo che sa emozionare con la sua semplicità, la sua intelligenza e la sua cultura. Un consiglio? Se ne avete l'occasione andate ad ascoltarlo, ne vale la pena. "(...) Mangio solo pane e cattiveria ormai (...)"
|