Da più di una settimana in Sicilia è scoppiata una tremenda emergenza rifiuti.
Per tutto il pomeriggio e la serata di ieri, decine di cassonetti e cumuli di immondizia che giace da giorni non raccolta, sono stati incendiati, in diversi quartieri di Palermo, da gruppi di cittadini assediati dalla spazzatura. Subissati di chiamate i vigili del fuoco. In alcuni casi le fiamme si sono estese alle auto parcheggiate vicino ai cassonetti, ad alberi o a edifici.
Paradosso Italiano.
E così come nel tipico esempio della coperta troppo corta, mentre si cerca di risolvere il problema in Campania, in Sicilia scoppia la crisi e cade uno dei pilastri su cui è poggiato il piano d’uscita dall’emergenza campana.
Ebbene si! La presenza di termovalorizzatori, discariche, centri per lo smaltimento dell’umido e siti di stoccaggio in Italia non mette a riparo dalla crisi. Il ciclo integrato per lo smaltimento dei rifiuti è un sistema che può funzionare in Svezia, non da noi. Da noi gli interessi leciti delle aziende nazionali, quelli illeciti della criminalità organizzata e gli appettiti della malapolitica possono mandare in tilt anche il più sofisticato dei sistemi.
http://tv.repubblica.it/copertina/palermo-invasa-dai-rifiuti/33339?video
ps. Il rispetto che giornali e televisioni danno ai cittadini siciliani noi non l’abbiamo avuto.
C’hanno fatto un culo tanto arrivando persino ad insinuare una presunta attitudine a vivere nello sporco, come se la presenza della monnezza per strada non fosse da addebitare ad una mancata raccolta ma alla propensione (genetica) del “napoletano” a vivere nel sudiciume.
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