ROMA - Iniziative come quella delle cosidette ronde nere a Milano sarebbero impossibili se fosse in vigore il disegno di legge sulla sicurezza. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, intervistato dal programma "Parliamo con l'elefante" su Radio24. "Il nostro ddl - ha spiegato Maroni - impedisce le ronde fai da te. Si prevede infatti che sia il sindaco a decidere di avvalersi delle associazioni di volontari; queste ultime devono essere inoltre iscritte in un registro e passare al vaglio del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Tutto il resto - ha aggiunto - è folklore o strumentalizzazione politica".
PROCURA DI MILANO APRE FASCICOLO di Stefano Rottigni
MILANO - Quelle divise color kaki con lo stemma dell'aquila imperiale e la fascia nera al braccio hanno attirato l'attenzione della Procura di Milano. A meno di 24 ore dalla presentazione milanese della Guardia nazionale italiana, infatti, il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro, capo del pool anti-terrorismo, d'intesa con il procuratore Manlio Minale, ha incaricato gli agenti della Digos di compiere accertamenti su questa nuova formazione che intenderebbe affiancare le forze dell'ordine nel controllo del territorio. Ancora non ci sono indagati, né una precisa ipotesi di reato, anche se potrebbe configurarsi una violazione della Legge Scelba del '52 che punisce l'apologia e la tentata ricostituzione del partito fascista. Gli agenti della Digos, quindi, analizzeranno immagini, notizie di stampa, compiranno altri accertamenti per una relazione che sarà consegnata in Procura nei prossimi giorni. Per il presidente dell'Msi Maria Antonietta Cannizzaro, che appoggia la Guardia nazionale italiana, l'iniziativa della magistratura milanese è "assurda".
"L'aquila imperiale fa parte della nostra storia fin dai Cesari - osserva -. Allora bisognerebbe abbattere a Roma tutti gli edifici storici su cui é rappresentata". "Nessun richiamo al fascismo - spiega Cannizzaro -. Il fascismo è affidato alla storia". Gli risponde indirettamente il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato: "Bene l'apertura di un fascicolo di inchiesta da parte della Procura di Milano, per indagare sulle cosiddette ronde nere. Non accetteremo mai a Milano questa organizzazione tra quelle che, come City Angels, Poliziotti italiani e Blue Berets, cooperano già da due anni per il presidio del territorio". Anche oggi la discussione sulle ronde è stata animata. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, dal raduno leghista di Pontida, ha ribadito: "Le chiamano ronde. Ebbene sì vogliamo le ronde: noi guardiamo alla sostanza, non alle chiacchiere. Ci hanno accusato di voler far tornare le camicie nere ma noi vogliamo consentire ai cittadini di partecipare".
Sulle ronde attacca l'Udc con il suo capogruppo al Senato, Giampiero D'Alia, il quale ha detto che sarà presentata un'interpellanza per chiedere al Governo "di vietarle per motivi di pubblica sicurezza: che siamo nere, rosse o verdi, le ronde sono la resa dello Stato e un vero rischio per i cittadini". Per Felice Belisario (Idv), "la Lega, ancor prima che la legge sulle ronde entri in vigore, è riuscita a sdoganare il fascismo". Bobo Craxi (Ps) parla di progetto "eversivo". Maurizio Gasparri (Pdl) replica attaccando la sinistra che, dice, "fa inutili polemiche sui volontari per la sicurezza che, senza armi e senza compensi, potranno contribuire alla vigilanza nelle città, mentre la giunta Bassolino a Napoli affida il compito di proteggere i turisti a cooperative di ex detenuti".
Accuse dai negozianti: «Le ronde degli ex detenuti? Qualcuno fa ancora i pacchi» I poliziotti: questa scelta ci umilia. Gasparri: decisione illegale. Bassolino: il governo faccia la sua parte NAPOLI — Fanno discutere gli ex detenuti usati a mo’ di guide turistiche, per accogliere i crocieristi che sbarcano al Porto di Napoli. Fanno discutere, e non sempre bene. The Guardian raccontava domenica come «i turisti a Napoli sono accolti da ex carcerati che li aiutano ad attraversare la strada», mentre alcuni giornali «padani» come ilpadano. com osservano — evidentemente polemici — che «i democratici incoraggiano e organizzano le pattuglie di volontari, purchè non siano composte da onesti cittadini ma da pregiudicati per reati comuni. Come è noto, a Napoli ci sono zone dove la polizia fatica a farsi rispettare, mentre i criminali dettano legge: quale garanzia migliore, dunque, di quella offerta dagli ex detenuti? ». Ironia e politica a parte, cori di proteste si sollevano anche dai sindacati di polizia. Il segretario nazionale della Consap, Sergio Scalzo, ha inviato una lettera al ministro dell’Interno Maroni e al capo della Polizia Manganelli nella quale definisce l’iniziativa sostenuta dall’assessore regionale Corrado Gabriele «indecente e inqualificabile». «Questa decisione ci lascia schifati e indignati — prosegue Scalzo — umiliando le forze dell’ordine e la Polizia di Stato. Un altro schiaffo in pieno volto al nostro corpo di Polizia che, dalla sua fondazione, ha visto cadere uomini e donne per il rispetto delle leggi, con una criminalità sempre più agguerrita ed organizzata ». Secondo il sindacalista, l’unica cosa che resta da fare è «sciogliere tutti i corpi di polizia e andarcene a casa». Sostanzialmente d’accordo il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che commenta: «Aspetto ancora una risposta dal prefetto di Napoli sull’indecente operazione promossa dalla Giunta Bassolino », definendola «una decisione criminogena che irride il lavoro delle forze dell’ordine, i cittadini, i turisti». Secondo Gasparri, le persone coinvolte nel progetto Escodentro sono «ex carcerati di nuovo liberi di depredare i turisti, e per di più a pagamento». Sulle critiche arriva la replica dalla Regione. «Mi domando dov’era l’opinione pubblica quando uscivano dal carcere centinaia di detenuti abbandonati a loro stessi — commenta l’assessore Gabriele — Oggi che, invece, si applica solo una legge ministeriale sono tutti pronti a criticare perchè qualcuno ha dato una opportunità a 400 ex detenuti, evitando loro di tornare fra le braccia della camorra. Una cosa dovuta, normale, che aiuta questi soggetti ad avere un reddito immediato in attesa di un’occupazione più stabile senza ricorrere a rapine, scippi, o quant’altro». Sull’esperimento degli ex detenuti a scorta dei turisti, il governatore campano Antonio Bassolino invoca il coinvolgimento anche di altre istituzioni, a partire dal governo nazionale. «Non possiamo farcene carico da soli - ha detto stasera rispondendo a margine della presentazione dei due nuovi assessori regionali - anche il governo deve fare la propria parte nel garantire i fondi per un problema, l’utilizzo di chi è uscito da galera e ha scontato la pena, che è di natura sociale». Bassolino poi, replicando alle polemiche sollevate dal centrodestra, ha ricordato che l’utilizzo sociale degli ex detenuti anche come guide turistiche è previsto dalle normative europee. «Seguiamo una giusta ispirazione sociale prevista dalle politiche europee - ha osservato - ora mi aspetto la collaborazione di tutte le istituzioni. Comunque monitoreremo e vedremo in corso d’opera come va». Secondo alcuni commercianti di via Cristoforo Colombo (di fronte al Molo Beverello), non c’è molto da fidarsi: «Le guide con la pettorina gialla? Sono le stesse persone che fino a qualche giorno fa, senza pettorina, facevano il pacco ai turisti. Ora il pacco lo fanno ancora, ma solo part-time».
ma non è una novità, sono anni che mentre giovani laureati imprecano per il precariato che li abbamboccia, delinquenti e tossicomani conquistano per diritto di legge assistenziale il posto fisso.
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