Nick: reduke84 Oggetto: Sfilata carri Data: 5/9/2009 16.4.15 Visite: 179
Piedigrotta futurista, certo, ma anche Piedigrotta Charlot. Geraldine Chaplin, figlia del grande artista e madrina della manifestazione, salirà stasera sul carro che rievoca uno dei capolavori di suo padre, «Tempi moderni», con le ruote e gli ingranaggi mangia-uomini del film del 1936 «Per me sarà un’emozione fortissima», spiega, «perché a Napoli sono stata diverse volte, ma mai in compagnia di papà. Ora passeggerò con lui attraverso questa città che lui amava». Dal racconto di Geraldine l’amore emerge in modo chiaro: «Per lui Napoli era il cuore d’Italia, una nazione che gli piaceva tanto. Ogni volta che parlava di questa città in famiglia, era solito toccarsi in petto e mimare un’espressione di commozione: e questo suo gesto, negli anni, era diventato per noi un vero e proprio tormentone. Papà è stato qui diverse volte, prima di conoscere mia madre, con la quale poi era solito andare a Capri. E, per il trasporto col quale parlava di Napoli, noi iniziammo addirittura a pensare che vi avesse lasciato un amore segreto». Di Partenope, Chaplin amava le canzoni, «cuore» senza tempo della festa di Piedigrotta, ma pure autentici simboli artistici come Totò: «Papà lo ammirava molto e, anzi, a volte ho avuto l’impressione che fosse persino un po’ geloso della sua bravura. E anche Totò nutriva una grande ammirazione nei confronti di Charlot». Lei ricorda con affetto un’altra icona partenopea: Sofia Loren, che il padre scelse come protagonista femminile dell’ultimo film da lui diretto nel 1966, «La contessa di Hong Kong: «Papà era pazzo di lei mentre non riusciva proprio ad andare d’accordo col protagonista maschile, Marlon Brando. Sofia, d’altra parte, è una persona splendida, della quale anche io sono diventata amica: e a Ginevra c’incontravamo spesso». Per la Chaplin Napoli è «un colpo di fulmine senza fine. Ogni volta che la visito, ne resto letteralmente intossicata, in senso positivo. È un luogo che non può essere descritto compiutamente, perché quando poi lo visiti capisci che è un’altra cosa rispetto a qualsiasi racconto. In passato ci sono stata tre volte e la considero una città viva: terribile e magnifica, come tutte le città vive dovrebbero essere. Non so davvero cosa aspettarmi dalla Piedigrotta, spero che mi aiuti a riavvicinarmi alla canzone: da qualche anno ho smesso di ascoltare musica perché mi procurava emozioni troppo forti. Infatti, durante la Piedigrotta spero proprio di non piangere». tratto da "Il mattino" Rovistando tra i futuri più probabili voglio solo futuri inverosimili |