Nick: LiberaMente Oggetto: Volantino da leggere.. Data: 8/9/2009 0.43.27 Visite: 217
Censurare Manipolare Manganellare Sono questi gli imperativi categorici del regime mediatico-affaristico capeggiato da Silvio Berlusconi: "la feccia che risale il pozzo", secondo il fondatore del Giornale Indro Montanelli. Un regime che, controllando gran parte dei media che contano, ha portato a livelli di inaudita inciviltà la funzione giornalistica. Un regime che sta soffocando la democrazia italiana in adesione al progetto piduista di una cupola di potere economico e politico estranea alle regole costituzionali come a ogni scrupolo di decenza morale. Il regime mediatico-affaristico riprogramma la tavola dei valori e la memoria collettiva. Intontisce le audience con intrattenimento becero e cinegiornali di gossip e propaganda. Inquina e incattivisce le coscienze con campagne di menzogna e killeraggio. Genera insicurezza per sfruttare la paura come leva di consenso. Criminalizza oppositori scomodi, giornalisti non ossequiosi e servitori dello Stato dalla schiena dritta. Costruisce bufale per distrarre l’attenzione dai veri scandali. Mescola il vero al falso, congela le notizie per gestirle come armi di ricatto, le riesuma al momento di consumare le vendette. Mette in sinergia servizi segreti, commissioni parlamentari e operatori dei media per fabbricare una realtà virtuale a uso e consumo della gloria del capo, che intanto querela chi gli rivolge delle domande. In questo contesto opera Vittorio Feltri: freddo, cinico, privo di scrupoli, negli anni del fango ha fatto fortuna, dalle diffamazioni a Di Pietro (poi rientrate con tante scuse e congruo risarcimento) ai vili insulti a Enzo Baldoni. Ora è ritornato con ingaggio milionario a dirigere il quotidiano che Silvio Berlusconi cedette al fratello per aggirare l’incompatibilità prevista dalla pur generosa legge Mammì. Non lo sfiora l’imbarazzo di essere dipendente del presidente del consiglio in carica, fatto impossibile in una democrazia e in sè incompatibile con la credibilità giornalistica. Non vede lo scandalo dell’impunità per legge del premier-padrone né dei collegamenti mafiosi di Marcello Dell’Utri. La sua specialità è colpire coloro che osano criticare il capo, rei di "falso moralismo" anche quando dicono la verità del buon senso (vedi Puttanopoli, non liquidabile come vicenda privata): è arrivato il turno di Dino Boffo, ex direttore dell’Avvenire. "Un avvertimento mafioso", ha commentato un vescovo. Il regime mediatico-affaristico funziona così. Non sosteniamolo con il nostro silenzio! Libero pensatore |