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LA RESISTENZA E IL RISORGIMENTO - Il capo dello Stato ricorda la Resistenza e sollecita l'avvio delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unita d'Italia . Fra le due cose, spiega non c'è soluzione di continuità. «Anche nella sua essenzialità, la cerimonia di oggi è molto significativa», ha detto Napolitano dopo aver deposto una corona di fiori a Porta San Paolo, a Roma, dove ebbe luogo il primo episodio della resistenza contro i nazisti e fascisti. Quindi il capo dello Stato si è soffermato a commentare i numeri delle vittime di quella lotta: 87mila, secondo la lapide che si trova nel vicino parco della Resistenza. «Contano molto le cifre dei caduti», spiega, specificando che «tanti furono i partigiani, e tanti furono i militari che morirono per ridare indipendenza, libertà, dignità» al Paese. Questi sono «i valori fondanti» della Nazione ed è necessario «sottolinearlo oggi che siamo alla vigilia, spero, dell'inizio dell'attività celebrativa per il 150esimo dell'Unità nazionale». C'è «continuità tra le battaglie del risorgimento» e la nascita dello Stato democratico. Pronunciando la parola «spero», Napolitano ha calcato il tono della voce.
LA RUSSA - La data dell’8 settembre può essere ricordata «come un momento fondante dell’unità d’Italia e del nostro stare insieme» ha voluto sottolineare Ignazio La Russa, durante il suo intervento a Porta San Paolo. «Questa è l’occasione per affidare al futuro il ricordo del sacrificio di chi si immolò per contribuire alla crescita libera della patria», ha aggiunto il ministro della Difesa. «Qui non ci fu un solo italiano che combattè al fianco dei tedeschi». Coloro che combatterono l’8 settembre del 1943 furono, spiega La Russa, «uniti dalla comune volontà di conservare l’integrità del territorio nazionale contro la barbara invasione tedesca» ha insistito il ministro spiegando che si trattò «di un miracolo che si ripetè 15 giorni dopo con il sacrificio indimenticato di Salvo D’Acquisto».
08 settembre 2009
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