Nick: Viola* Oggetto: Leggendo qua e là Data: 20/9/2009 17.13.33 Visite: 285
da "La Repubblica" di oggi test di ammissione all'Università. alla facoltà di Lettere di Firenze più di uno studente su due non supera la prova. la maggioranza ignora il significato di parole come: "velleità" e "procrastinare". A Genova, ad Econimia, la maggioranza non sa cosa siano la Cgil e la Finmmeccanica. il preside di Lettere alla Statale di Milano racconta che l'anno scorso chiese agli studenti di Filosofia chi avesse letto Proust, ed alzarono la mano 3 su 100, e che quasi nessuno aveva una vaga idea di chi avesse scritto "Delitto e castigo" A Palermo, a Scienze della formazione, la stragrande maggioranza non ha individuato l'errore dell'attribuzione di "la nausea" a Moravia invece che a Sartre e così via c'è di che stare allegri Brunetta sclera come al solito e adeguandosi alla linea virile adottata da "il giornale" a base di maleparole e minacce, dice che la sinistra deve andare a morire ammazzata, parla di "élite di merda" etc e così Michele Serra oggi scrive: "A partire dal fascismo, l'odio per le élite (vedi il complotto demo-pluto-giudo-massonico)è un classico del populismo autoritario. Ricchi malvagi, gelosi dei loro privilegi, tramano nell'ombra per contrastare l'avvento luminoso di una nuova era. Gli archivi di "Libero" e di "Il Giornale", quando gli storici vorranno occuparsene, sono da questo punto di vista una illuminante e annosa collezione di tutto o quasi il malanimo che la piccola borghesia di destra, elettrice dei Brunetta e lettrice dei Feltri, nutre per le cosiddette élite. Non è mai la realtà, è il suo fantasma a favorire le ossessioni politicamente più produttive. Se il ministro Brunetta, piuttosto che un iracondo e un demagogo, fosse una persona ragionevole, e davvero parlasse per conto del popolo italiano e nei suoi interessi, saprebbe che il nostro Paese, nell'ultimo paio di secoli, ha molto patito, non già a causa delle élite, ma della loro gracilità, o mancanza. Il poco che rimane della borghesia antifascista e della classe dirigente repubblicana e costituzionale è l'ultimo argine culturale, etico e storico che si frappone al trionfo incontrastato dei Brunetta, del loro adorato leader, e della piccola borghesia reazionaria che li vota in massa. Il loro capo, da solo, ha più potere dei fantasmatici "poteri forti" messi assieme, più denaro, più media, più altoparlanti e più balconi, più giornali, più giornalisti, più servitù e più tutto. Ma effettivamente, nonostante questo potere fortissimo, Berlusconi non è èlite, non è classe dirigente, non è statista. E' potere senza rispetto, è ricchezza senza status, popolarità senza prestigio. Brunetta, che è animoso e sincero, avverte nel profondo questa inadeguatezza. Ma piuttosto che investirne, con la dovuta umiltà, se stesso e il suo capo, si aggrappa al popolo e indica nelle "élite di merda" il Nemico da combattere. In questo Brunetta è il berlusconiano perfetto: pur di non dubitare di se stesso, attribuisce ogni problema alla malvagità del Nemico. Urgerebbe un analista se anche gli psicanalisti non fossero, come è ovvio, una élite di merda." trovo che ci sia un legame, tra queste due notizie ps. sempre da "La Repubblica", clamoroso: Franceschini ha fatto una battuta carina. commentando l'exploit di Brunetta ha detto: "l'unica Brunetta che rispetto è quella dei Ricchi e Poveri" "You're born alone and you die alone, and this world just drops a bunch of rules on top of you to make you forget those facts. But I never forget. I'm living like there's no tomorrow, because there isn't one." Don Draper - "Mad men" |