NAPOLI (28 settembre) - Le estorsioni ai commercianti, sugli appalti, l'imposizione del pizzo agli ambulanti dei mercatini rionali, la gestione dei videopoker, le tangenti sulle compravendite di appartamenti comunali. Sono alcune delle attività del clan Sarno, uno dei principali clan della città che estende i suoi affari anche in un'ampia zona della provincia, soprattutto nell'area vesuviana.
A rivelarlo agli inquirenti della Dda è Giuseppe Sarno, 51 anni, uno degli esponenti dell'organizzazione che sta collaborando con la giustizia, una scelta adottata anche da diversi altri affiliati di primo piano. Il 14 luglio scorso al pm della Dda Vincenzo d'Onofrio, il pentito ha illustrato l'organigramma e la struttura della cosca, con particolare riferimento alla divisione dei compiti per la gestione degli affari.
I verbali sono stati depositati oggi al processo in corso contro alcuni esponenti dei Sarno. Il collaboratore ha riferito in particolare che due rappresentanti della famiglia «si occupano della gestione nei locali pubblici delle macchinette videopoker e che impongono agli esercizi pubblici di Ponticelli l'utilizzo di tali videopoker».
Il titolare della ditta versa al clan 13.500 euro mensili, più singole quote ad altri rappresentanti della cosca. Il titolare, in una circostanza, dovette «anticipare» 60mila euro per pagare i festeggiamenti, in un albergo della provincia, in occasione di un anniversario di matrimonio di uno dei boss.
Giuseppe Sarno ha anche parlato di estorsioni al mercatino rionale di Ponticelli «dove ogni singolo ambulante corrisponde una quota di dieci euro ogni qualvolta si tiene il mercato». Un suo fratello «ha anche introiti che derivano dalla attività di compravendita degli appartamenti popolari, nel senso che sia il venditore sia l'acquirente di quegli immobili, che in realtà non potrebbero vendere perchè di proprietà del Comune, sono costretti a corrispondergli una certa somma che si aggira intorno ai 1500-2000 euro».
«Devo precisare - ha aggiunto - che li pretendeva da tutti, anche dalle persone che gli ho detto di essere nostri amici».