Nick: Bardamu Oggetto: troppi sudditi a destra Data: 5/10/2009 17.47.50 Visite: 164
lo dice Filippo Rossi sulla rivista di Gianfranco Fini. Fini continua a segare la sedia del cavaliere?
Libertà di stampa, libertà e autonomia di pensiero. E se la destra non fosse immune dalla sensazione di una deriva pericolosa che sta minacciando la libertà di tutti? «Il vero problema a destra è l'autocensura». Lo scrive in un corsivo sul magazine dell'associazione Farefuturo, Ffwebmagazine, il direttore Filippo Rossi che aggiunge: «In nome di un inesistente pensiero monolitico, a destra ci si tappa tristemente la bocca da soli. Quasi senza accorgersene. Da destra ci si sente condannati a spacciare granitiche certezze, destinate, alla lunga, a sgretolarsi. Insomma, da queste parti c'è un problema di libertà: magari non di stampa, ma di libertà intellettuale, certo sì».
Qualcosa non funziona, cantare fuori dal coro diventa un esercizio per pochi, che si sottraggono alla via più facile di seguire la corrente. «Perchè sembra -sottolinea il direttore di Ffwebmagazine- che non si possa stare a destra senza urlare. Come se il giornalismo di destra dovesse essere mai eretico, sempre corale, senza stecche. Sostanzialmente monocromatico». Per Filippo Rossi i «vizi che fanno dire che, a destra, c'è un problema di libertà», i «mali da sconfiggere» sono «militarizzazione, autocensura, tendenza alla propaganda, inconscia ortodossia», nati «non certo per la presenza di un dittatore, quanto piuttosto per l'esistenza di molti, troppi sudditi». Perchè, ricorda Rossi, come diceva Indro Montanelli «La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi».
«La 'sedicente' stampa di destra -prosegue Rossi- continua a spacciare, inconsciamente o meno, in mala fede o no, le sue decine di migliaia di lettori per gli unici, legittimi rappresentanti dei milioni di (e)lettori di centrodestra». Proprio nei confronti di questa stampa, sostiene il direttore di Ffwebmagazine, molti politici hanno sviluppato «una sudditanza culturale» che li induce «a perdere la propria autonomia, ad abdicare al proprio ruolo, alla propria capacità di scelta per rincorrere un'esigua minoranza di lettori dimenticandosi della stragrande maggioranza degli elettori, degli italiani». E allora, conlclude Rossi «se proprio dobbiamo parlare di libertà di stampa, parliamo di questo. E parliamone a destra, soprattutto. Perchè un problema c'è, indubbiamente».
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