Nick: Buendia Oggetto: oggetto non lo so Data: 7/12/2009 19.49.59 Visite: 291
ho quotidianamente l'occasione di osservare molto da vicino un atteggiamento che appartiene ad una mia amica. dire che mi disturba non sarebbe esatto, non da subito, insomma. di che si tratta, ecco: per motivi di lavoro si trova spesso a relazionarsi con una collega di più alto grado ed esperienza, rinomata nel nostro circolo di sfigatelli per essere una incredibile et indicibile stronza. una tipa che farà carriera, appunto. per tornare all'amica ecco cosa succede: squilla il cellulare ed è la stronza che impartisce ordini malamente infiocchettati per sembrare direttive. l'amica infila una raffica di "sì, va bene, come no, certamente, figurati, va benissimo, ok, subito..." e via dicendo, mentre mentalmente registra tutte le scarse informazioni che le serviranno per comporre il puzzle e andare dritta alla soluzione dell'enigma. peculiarità della stronza in questione è, infatti, parlare poco e di fretta mentre ti ammolla una grana che qualcun altro le ha smistato. ti dice cosa devi fare, a che risultato arrivare, ma non ti spiega, come invece dovrebbe, come. ottimo. fine della conversazione, l'amica pigia col soave dito sul tastino che stacca la telefonata e vai col liscio: lamentele, imprecazioni, mugugni e una cifra blu di "'sta stronza". ora, far buon viso a cattivo gioco ci sta, è implicitamente scritto a caratteri cubitali nella legge della giungla. ma così buono, mi chiedo? con tanto di nomignoli e vezzeggiativi? risatine, affabilità dolcissima e un bacio di chiosa? il fastidio per questa recita (patetica) nasce in me solo quando penso che, secondo me, non è necessaria. puoi essere disponibile, giocoforza devi soggiacere alla pantomima dei ruoli, ma ha senso spingersi nel territorio della falsità? che poi non so se questa sia falsità, so solo che a me verrebbe malissimo. posso raccontare di aver visto un u.f.o. e risultare credibile ma sforzarmi di sembrare amichevole con qualcuno che detesto mi è impossibile, sicché se da lontano scorgo una sagoma stizzosa sono capace di girare l'angolo e allungare il mio tragitto pur di non dover fingere una cordialità inesistente. me ne accorgo da me che al cospetto dell'antipatico di turno mi si spegne il sorriso sulle labbra, ho provato qualche volta a produrre un sorriso ma finivo per sentirmi anche più odiosa della persona che mi trovavo davanti. però io non sono convinta che sia sbagliato, in senso uniersale, quello che la mia amica fa. so solo che mi rattrista un po' e mi lascia di sale ogni volta che assisto a questa trasformazione, ma sotto sotto mi balena in mente anche l'idea che lei abbia una risorsa che a me manca. e che io sono spacciata. |