Nick: DeK Oggetto: Pensando. Con le dita Data: 15/12/2009 17.0.17 Visite: 298
Attenzione: pensieri in libertà. Se ne sconsiglia la lettura ad un pubblico. Ieri la tizia che si vergogna di dire apertamente che è una sostenitrice di Piccinella (tipica maschera meneghina) mi diceva che gli atti di violenza non hanno giustificazione perché "provocano altra violenza e altro odio e diventa un circolo vizioso dal quale non si riuscirà mai ad uscire". Tuttavia, la storia e la società ci presentano casi in cui atti di violenza ben indirizzati portano ad un circolo virtuoso a beneficio di molti. Si potrebbe pensare che "molti" non includa le vittime della violenza stessa, ma basti pensare al carcere. Privare una persona della libertà non è forse un atto violento? E se dopo aver scontato la pena, il detenuto (ormai ex) è stato effettivamente recuperato al vivere civile, non è forse anche (se non soprattutto) lui a guadagnarci? Ergo, non tutta la violenza genera necessariamente violenza o odio. Al contrario: possiamo dire che tutta la violenza è generata da altra violenza? Potrei uscire per strada e senza alcun motivo sfasciare la testa ad una persona solo per dimostrare che esiste violenza non incitata da altra violenza, ma i miei valori etici me lo impediscono. Tuttavia spero questo sia sufficiente a provare il punto: la violenza non genera necessariamente violenza e non è necessariamente generata dalla violenza. C'è sicuramente un modo per qualificare (o addirittura quantificare) il modo in cui la violenza influenza altra violenza, ma quello proposto è indubbiamente troppo semplicistico. Chiediamoci, invece, che cosa è ad innescare la violenza; innescare, perché la violenza è parte dell'essere umano, e non ha bisogno di essere generata. Serve solo un innesco, una scintilla che accenda la miccia e provochi l'esplosione. Parafrasando Asimov, la violenza è l'ultimo rifugio degli inetti. Dando per buona questa affermazione, prendiamo una persona, non necessariamente inetta, e mettiamola in una situazione che sente come negativa ed a cui vorrebbe in qualche modo reagire. Togliamole, poi, una ad una, tutte le opportunità di intervenire in qualche modo per cambiare la situazione a suo favore, o anche solo la possibilità di dare sfogo alle proprie frustrazioni. Togliamole anche la capacità di indignarsi per ciò che è costretta a vivere. Quale sarà l'ultimo rifugio di questa persona?
|