Nick: giGGinocon2G Oggetto: Se scoppiasse Napoli (p)Est? Data: 24/2/2010 14.24.4 Visite: 247
SE SCOPPIASSE LA CENTRALE DI NAPOLI (p)EST LE VITTIME NON TROVEREBBERO NEMMENO COSCIENZE SU CUI PESARE. Domenica 7 febbraio 2010, ennesima esplosione di una centrale a turbogas, questa volta in Connecticut (USA). La centrale era in fase di collaudo. Per ora si contano 5 morti e decine di feriti, ma la situazione potrebbe avere esiti peggiori in termini di vite umane, col passare delle ore. Gli abitanti nel raggio di un centinaio di chilometri dicono di aver pensato ad un terremoto. Un centinaio di chilometri! La centrale elettrica a turbogas che contro ogni logica si e' costruita a Vigliena, lembo di mare del popoloso quartiere di San Giovanni a Teduccio, dista solo qualche metro da affollati edifici abitati, una trentina di metri dalla darsena petroli, un chilometro dalle raffinerie di carburanti, meno di una decina di chilometri dal sonnacchioso Vesuvio (che si spera rimanga tale per sempre) e dal costruendo (??!!!??) Ospedale del Mare. Non c'e' bisogno di essere geni per capire cosa accadrebbe nell'area orientale di Napoli se dovessimo trovarci in una situazione tipo quella che ci viene documentata in queste ore dagli USA. Il Comitato Civico locale, che si era formato per contrapporsi ad una scelta tanto scellerata, negli ultimi 4 anni ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilita' affinche' ci si fermasse dal compiere questo ennesimo passo nella direzione sbagliata, in un quartiere che meriterebbe ben altro. Affinche', quantomeno, si sottoponesse l'impianto ad una valutazione ambientale strategica (VAS) che i costruttori hanno sapientemente eluso. Gia', perche' oltre al rischio esplosione c'e' anche quello delle malattie che si svilupperanno a causa delle micro e nano-particelle che vengono sprigionate dall'alto camino azzurro e distribuite "democraticamente" nel raggio di decine e decine di chilometri. Il Comitato ha cercato spazio sui media (alcuni dei quali in netto conflitto di interesse - gli editori sono direttamente coinvolti nel pacchetto azionario della societa' che ha costruito l'opera -, hanno ignorato la vicenda), ha chiesto (ottenendolo di rado) il confronto con le istituzioni di ogni livello (municipalita', comune, regione, stato), con tutte le forze politiche, di ogni colore (comprese quelle che si dichiarano ambientaliste), con la magistratura. Basti pensare che ben due interrogazioni parlamentari (una alla Camera ed una al Senato) non hanno ottenuto alcuna risposta durante la precedente legislatura. Alla faccia delle leggi nazionali e comunitarie che IMPONGONO il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali in materia ambientale. Insomma, in modo criminosamente bipartisan la politica, sostenuta dai potentati economici, ha deciso che questa bomba ad orologeria dovesse essere ancora costruita tra le case, prospiciente altri impianti e siti sensibili, in spregio al minimo buon senso che avrebbe suggerito di intraprendere la strada della riqualificazione del quartiere tanto sventolata durante tutte le ultime campagne elettorali degli ultimi decenni, ma sempre accantonata dal giorno successivo al voto. Se un domani dovesse accadere anche qui un incidente come quello americano (e come quelli registrati un po' dappertutto negli ultimi anni), non potremo manco dire "noi l'avevamo detto", perche' probabilmente saremo periti nell'esplosione o, in alternativa, saremo state vittime delle neoplasie e le malattie cardiovascolari provocate dalla sistematica assunzione di nano-particelle (sommate anche a quelle sprigionate dall'inceneritore che, ancora una volta contro ogni logica, si vuole realizzare ad un solo chilometro di distanza dalla centrale in questione). Quindi e' chiaramente inutile dire che le vittime peserebbero sulle coscienze di chi avrebbe potuto evitare questa ennesima ferita ad un territorio gia' fin troppo martoriato e non l'ha fatto, in quanto se quelle persone avessero avuto una coscienza... l'impianto di Vigliena non sarebbe mai stato realizzato. Antonio Trotta Cittadino di San Giovanni - membro del Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio e del Coordinamento Cittadino contro l'incenerimento. Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli. [V] |