Nick: PepposDj Oggetto: Auguri Internet Data: 4/9/2004 14.32.39 Visite: 116
di ALESSIO BALBI ROMA - "Nel mezzo del cammin di nostra vita": internet compie 35 anni e si trova, come il poeta, in un punto centrale della sua esistenza. Forse non dal punto di vista cronologico, certamente dal punto di vista storico. Era il 2 settembre 1969 quando, all'università di Los Angeles, venne inaugurato il primo nodo di quella che sarebbe diventata la rete mondiale. Oggi i computer collegati a internet sono così tanti che è impossibile contarli e la rete è diventata uno strumento più che mai insostituibile nella vita di milioni di persone in tutto il mondo. Pochi lo avrebbero creduto, 35 anni fa. Eppure, l'idea che tutta l'informazione del mondo fosse accessibile da chiunque ovunque si trovasse doveva esercitare un certo fascino già allora, se il Darpa, l'ufficio ricerche del Pentagono, si fece promotore di una rete di questo tipo, che mettesse in comunicazione i computer dei centri di ricerca militari e accademici degli Stati Uniti. Il progetto venne battezzato Arpanet. Quella rete, che cominciò ad essere chiamata internet solo molti anni più tardi, aveva assai poco a che vedere con quella che conosciamo oggi: la posta elettronica sarebbe arrivata solo nel 1973, il World Wide Web nel 1990. Per l'Italia, internet sarebbe rimasto un mondo lontano e semi sconosciuto fino alla fine degli anni Ottanta. La prima persona a entrare in rete dal nostro Paese fu, con ogni probabilità, Antonio Blasco Bonito, che nell'aprile del 1986 mise in piedi il primo nodo italiano al Cnr di Pisa. La prima "sezione" italiana era collegata al resto di internet via satellite, attraverso gli impianti Telespazio del Fucino. I dati viaggiavano tra Pisa e gli Usa a 64 kbps, poco più della velocità di un normale modem. "Ma per le nostre esigenze era una velocità più che sufficiente", ricorda Bonito. Altri tempi. Oggi che su internet ci si scambia film e canzoni, l'ampiezza di banda sembra il principale assillo di navigatori e provider. Segno evidente del successo di un mezzo che, da strumento di ricerca, è diventato veicolo di informazione, di intrattenimento, di profitto e anche di libertà. Un medium che si è rivelato resistente e flessibile al di là di ogni previsione, passando pressoché indenne attraverso uno sviluppo imprevisto, che ha attirato geni e avventurieri, crimine e denaro. Ma, per l'uomo che ha portato online l'Italia, il futuro di internet non sta tanto nell'aumento della banda, quanto nella scomparsa dei fili che ancora imbrigliano la rete: "Negli Stati Uniti, girando in una grande città, ci si può connettere da qualunque posto, scegliendo tra vari operatori e a costi limitati", dice Bonito, che oggi al Cnr si occupa proprio di wireless. "Presto questo arriverà anche in Europa". |