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Com’è possibile che uno stadio pieno di 60.000 tifosi produca lo stesso frambusto di uno stadio vuoto? E’ un fenomeno semplice da realizzare, quando si decide di modificare artificialmente l’atmosfera mondiale con gli impianti tecnologici. A seminare per primo il dubbio sulla veridicità del suono delle vuvuzelas, gli strumenti tipici del tifo sudafricano, era stato il nostro ct Marcello Lippi, che al termine di Italia-Paraguay dichiarò appunto di essere rimasto colpito dal fatto che durante il riscaldamento, quando gli spalti erano semi-vuoti, e a partita in corso, mentre il Green Point Stadium era gremito, il ronzio delletrombette fosse praticamente rimasto inalterato. La teoria delle presunte “registrazioni” è stata in seguito avvalorata anche da alcuni giornalisti presenti sui vari campi, che hanno affermato che nonostante sentissero il suono delle suddettetrombette molto vicino a loro, non ci fosse traccia di vuvuzelas nei paraggi. Tra l’altro, se proprio vogliamo dirla tutta, “suonava” strano che lo stesso identico rumore si protraesse ininterrottamente e con la stessa frequenza per 90 minuti, senza aumentare mai nemmeno nelle fasi più concitate di una partita, che avrebbero dovuto presumibilmente contemplare una foga maggiore da parte dei tifosi.
A mangiare definitivamente la “foglia mondiale” sono state le telecamere della RAI: in diversi stadi vuoti, infatti, è stato possibile percepire chiaramente il frastuono dellevuvuzelas anche 2 ore prima dall’inizio di un match.
Che dire: complimenti per la potenza degli altoparlanti, ma ora che siete stati scoperti, potreste evitare di martoriarci i timpani?
Emanuele C. – (Contatta l’autore)
e cazzo !
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