NAPOLI - La sola differenza è di ordine, per così dire, estetico: il guidatore del camion non ha nessun bisogno di cuscini per raggiungere l’altezza del volante. Per il resto la scena è la stessa di quella vista nel film Gomorra, con i ragazzini reclutati dal trafficante di rifiuti per trasportare in discarica ciò che nessuno voleva trasportare. Cioè, tonnellate e tonnellate di veleno. L’opera di Matteo Garrone, che pure è ispirata alla realtà, a Marcianise ha fatto da battistrada a uno spregiudicato imprenditore ed è diventata la trama di un’inchiesta giudiziaria, l’ennesima, sulla gestione dei rifiuti e sul sistema degli appalti.
Nei panni ricoperti da Toni Servillo troviamo Angelo Grillo, chiacchierato signorotto nel settore delle pulizie, titolare del colosso Cesap e della Ecosystem 2000, l’impresa subentrata alla Saba - sospesa in virtù del certificato antimafia macchiato - nella raccolta dei rifiuti urbani.
Nessun formale passaggio di cantiere, previsione di tagli di organici e stipendi, immancabile protesta dei settantatrè dipendenti.
Ma ecco che il 26 gennaio accade l’impensabile. Quando i netturbini vanno a prendere servizio, nella piazzola di sosta degli automezzi non trovano i compattatori. Sono in giro per la città, alla guida ci sono dei ragazzini - una quindicina - alcuni dei quali minorenni, tutti privi di patente, di abilitazione, di assicurazione, di contratto di lavoro. Ma non basta. Alle rimostranze dei dipendenti sollevati dall’incarico, ecco la risposta di Grillo: «Mettetevi i giubbotti antiproiettile perché vi faccio sparare. Io ho la copertura della camorra, e non vi pago nemmeno gli stipendi»...
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