![]() | ![]() |
![]() |
Anche in Spagna Edinson Cavani, attaccante azzurro e attuale capocannoniere della Serie A, è sotto l’occhio dei riflettori. Infatti, il quotidiano iberico El Paìs celebra il centravanti uruguagio sulle proprie colonne con un’intervista esclusiva. Ecco quanto tradotto ed evidenziato da Tutto Napoli.net: “A Napoli c’è entusiasmo e un grande attaccamento alla squadra. Ho vissuto anche a Montevideo, ma qui sono rimasto da subito colpito dall’affetto delle persone”.
Sul San Paolo: “E’ incredibile. Ogni domenica ci sono 50000 persone pronte a sostenerti. Quando metto piede sul terreno di gioco ricordo sempre Maradona, che ha fatto la storia da queste parti. Mi sento spronato a fare sempre meglio”.
Sulla sua infanzia: “Ho iniziato a giocare a calcio all’età di quattro anni. Come premio partita c’era un gelato. Fino ai 12 anni non puntavo a fare il calciatore, mi divertivo a giocare con gli amici. A 14 anni ho avuto qualche problema fisico, che poi ho risolto quando sono arrivato in Italia. Qui i medici mi hanno spiegato che i denti erano fondamentali per la postura, per i riflessi e per la forza fisica, ecco perché porto l’apparecchio ortodontico. Poi, ho iniziato a giocare in attacco a 15 anni, quando il mio allenatore dell’epoca mi ha schierato lì. Mi sono trovato subito a mio agio. Forse ce l’ho nel sangue, anche mio padre era un attaccante e ho appreso molto da lui. Mi ispiravo a Van Nistelrooy, per la freddezza in fase realizzativa, e a Batistuta, per la velocità e forza fisica”.
Sul suo momento al Napoli: “Ora sono un attaccante che dà una mano alla squadra nei momenti di difficoltà. Non mi pesa tornare in difesa per recuperare palla. Questa mia caratteristica è molto apprezzata in Italia perché qui ci sono delle difese molto attrezzate e ben organizzate. Voglio lasciare un segno indelebile in questa città. Per ora il mio obiettivo è infrangere il record di Vojak, che con 22 reti è il miglior bomber del Napoli in un singolo campionato . Il soprannome ‘Matador’? E’ il pubblico napoletano che me lo ha affibbiato. Forse per i capelli lunghi, oppure perché ho tanta voglia di vincere”.
Sulla sua fede: “Sono un’atleta di Cristo. Io e mia moglie siamo persone tranquille. La mia vita è basata su principi biblici che mi han insegnato da ragazzino. Da quando sono a Napoli trovo molto difficile andare in chiesa, anche se sono in stretto contatto tramite skype con il pastore di Salto. Facciamo studi biblici per continuare il nostro cammino spirituale. Tra un mese nascerà mio figlio Battista, si chiamerà così perché è un nome biblico. Ho sempre giocato con il numero 7 perché è il numero perfetto nella Bibbia, il numero di Dio”.
da: www.tuttonapoli.net
![]() ![]() |