Nick: Vintage Oggetto: così parlò roger waters Data: 23/2/2011 21.38.17 Visite: 233
La paura alza i muri", è scritto in un graffito a Gerusalemme, il mondo è ancora pieno di muri. C’è un muro che separa i ricchi dai poveri, un muro tra il primo, il secondo e il terzo mondo, ci sono muri che dividono la gente a causa del loro credo e della loro ideologia. Il motore di "The wall" fu il ricordo di mio padre morto in guerra, ma ci sono ancora tanti papà impegnati nei conflitti, molte famiglie, soprattutto negli Usa, che hanno perso parenti in Medio Oriente e anche tante famiglie che piangono vittime civili. Oggi chi ha alle spalle una storia come la mia non scrive "The wall", va a raccontarla nei reality show, in cerca di quindici minuti di celebrità. Si diventa famosi senza saper far nulla, non c’è più bisogno di saper recitare, cantare o che so io. Al contrario, è la totale mancanza d’immaginazione a creare il personaggio. La tv… il vero oppio dei popoli. Foraggia consumismo e propaganda. Crea dipendenza. Nonostante i social network, la gente non riesce ancora a comunicare e a scambiarsi le idee. Nazionalismo, razzismo, sessismo e religione generano le stesse paure che hanno paralizzato la mia infanzia. Oggi quando canto "Another brick in the wall" part II penso all’inutilità delle guerre. Mi chiedo, che stiamo a fare in Afghanistan? Cosa siamo andati a fare in Iraq? Tutto gira sempre intorno alla conquista, al potere, ai soldi. Dagli antichi romani a oggi, passando per l’imperio britannico. Sono perfettamente d’accordo con la teoria di "The hurt Locker" (il film Oscar di Kathryn Bigelow): la guerra è una droga"." se fossi una donna e soprattutto se nn fossi lesbica, magari me lo potrei anche fottere devo continuare a vivere, a respirare, xkè domani mattina il sole sorgerà e la marea chissà cosa porterà (cit) |