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Nick: FandangoL
Oggetto: Chi e' il controllato? (lungo)
Data: 14/9/2004 17.33.3
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Prendo lo spunto da un articolo apparso su Repubblica stamattina sui badge d'ingresso in una scuola di Torino.
La domanda da cui sono partito e' la seguente:
esistono tantissimi sistemi per conoscere tutta la nostra vita; dove siamo (telefonino, schede telefoniche, telepass, badge degli uffici), cosa facciamo (telecamere di sorveglianza), cosa vogliamo (bancomat, carte di credito).
Non parliamo poi di cosa accade su Internet, dove la nostra vita e' "vivisezionata" minuto per minuto.
Chi e' sopra di noi (Governi, Istituzioni, il Boss in ufficio, ecc.) afferma che le forme di controllo sono necessarie alla nostra sicurezza.
Ma e' vera questa cosa? Siamo cosi' sicuri controllati in questo modo?
Io qualche dubbio ce l'ho. Facciamo finta di essere disonesti e vediamo come e' resa difficile la nostra vita da tutte queste forme di controllo.
1. Telefonino. Avete mai visto un rapinatore con il telefonino? O un tossico? O un pazzo? (anche se in Spagna, l'11 Marzo, l'hanno usato :(
2. Schede telefoniche. Qui la cosa e' un po' piu' sottile. Alcune BR sono state intercettate perche' hanno usato delle schede telefoniche per telefonate di "lavoro" e per altre private. Ma questo e' un errore madornale (e poi le 3 categorie che ho citato al punto 1. probabilmente non sanno nemmeno cosa e' una scheda telefonica)
3. Badge vari. Manco li considero
4. Telecamere di sorveglianza. Stamattina (sul Mattino) ho letto di una insegnante rapinata dentro la scuola. Le telecamere c'erano, ma non registravano!
5. Bancomat e Carte di Credito. Quando facevo volontariato (con giovani detenuti messi "alla prova") sapete cosa mi disse un ragazzo albanese? "Noi usiamo solo contanti, nessuno accetta una carta di credito da noi"!!!
Viceversa analizziamo una giornata tipo delle nostre:
1. Mio alzo la mattina ed accendo il telefonino (anzi, il telefonino si accende e mi sveglia). Immediatamente alla centrale telefonica sanno dove sono (e dove sto andando).
2. Prendo la macchina e passo il casello della tangenziale. Il Telepass mi registra e fotografa la mia auto (e quindi anche chi era con me in quel momento).
3. Parcheggio per andare in banca. Ritiro un po' di contante dal Bancomat e immediatamente la mia banca registra l'operazione. Casomai ricarico il telefonino e quindi anche la societa' telefonica mi traccia.
4. Entro in banca e le telecamere registrano il mio ingresso (e la mia uscita)
5. Vado in ufficio. Il mio badge segna l'orario di ingresso.
6. Mi collego ad Internet. Tutti i siti navigati vengono registrati (incluse le password che inserisco :( Mi compro un bel DVD online con la Carta di Credito; in questo caso faccio contenta tanta gente: il mio datore di lavoro, il gestore del sito, il gestore della carta di credito.
Vi risparmio il ritorno a casa (che e' analogo).
Vediamo adesso la giornata tipo di un "ladro":
1. Il ladro si alza. Il telefonino non lo ha.
2. Si muove verso il "luogo di lavoro", casomai a piedi (o con i mezzi pubblici)
3. Sceglie un luogo per "l'appostamento". Ovviamente sta attento che non ci siano telecamere intorno.
4. Casomai chiama la moglie (ovviamente con un telefono a gettoni)
5. Aspetta il "pollo" di turno. Gli strappa la borsa (e' donna) e scappa.
6. Nella borsa ci sono contanti, bancomat e carte di credito: i soldi li mette in tasca. Se e' scaltro sa benissimo che bancomat e carta verranno bloccati e quindi li butta.
7. Torna a casa contento, TRALLALLERO TRALLALLA'!
Esempi analoghi potrebbero essere fatti per molte altre categorie di malviventi.
Probabilmente, a certi livelli, risulta molto piu' semplice aggiungere controlli, che sorvegliare il territorio (tanto una telecamera quanto costa).
Ma a noi cosa accade? Che ne e' della nostra vita?
E questa sarebbe la privacy? E questa soltanto la difesa del cittadino?
L
