Nick: AngryKat Oggetto: Chi voleva un Uzi?? Data: 15/9/2004 10.53.10 Visite: 84
Il divieto in vigore da dieci anni è scaduto alla mezzanotte di lunedì e da oggi 19 tipi di armi d'assalto, come l'Ak47, l'Uzi, il Tec9 sono liberamente in vendita al pubblico in quasi tutto il territorio degli Stati Uniti. Nonostante gli appelli delle forze dell'ordine e i sondaggi che indicano l'opposizione del 68% degli americani, il disegno di legge che avrebbe dovuto rinnovare la messa al bando di questo tipo di armamenti è stato affossato dalla maggioranza repubblicana al Congresso senza neppure metterlo in votazione. «Le nostre strade, le nostre case, i nostri cittadini e i nostri agenti andranno incontro a gravi pericoli se questo divieto non sarà ripristinato al più presto», ha avvertito il capo della polizia di Washington, Charles Ramsey, in una conferenza stampa congiunta con i colleghi di Los Angeles, Atlanta e Seattle. La Casa Bianca ha fatto ostinatamente orecchio da mercante: «Il presidente è favorevole al rinnovo del divieto», ha fatto sapere la portavoce Claire Buchan, ma in realtà George W. Bush non si è mai sognato di fare sentire sul Congresso, dove i suoi hanno ceduto alle pressioni della National Rifle Association, la potente associazione dei produttori di armi. «Ancora una volta Bush, tra la sicurezza dei cittadini e gli interessi della lobby delle armi non ha avuto dubbi», ha denunciato il senatore John Kerry, lo sfidante democratico alle presidenziali di novembre. «Anche se il presidente me lo avesse chiesto personalmente, non ci sarebbe stato nulla da fare... perché in aula non ci sono i voti necessari per rinnovare la messa al bando delle armi d'assalto», ha tagliato corto il leader della Camera, il repubblicano Tom DeLay. Un suo collega di partito, Butch Otter, rappresentante dell'Idaho ha salutato con entusiasmo la fine del divieto: «Era solo uno zuccherino gettato da Clinton a quei liberali che vorrebbero proibire tutte le armi. Era una legge che dava l'illusione di ridurre la violenza, ma in realtà limitava solo i nostri diritti costituzionali». Ha espresso amarezza e sconforto Dianne Feinstein, senatrice democratica della California, che nel 1993, aveva presentato il disegno di legge per la messa al bando delle armi semi automatiche, approvato l'anno successivo dal presidente Clinton. Un provvedimento deciso in seguito a una serie drammatica di avvenimenti: una sparatoria nel 1984 dentro a un ristorante McDonald's di San Diego costata la vita a 21 persone; cinque bambini uccisi nel cortile di scuola a Stockton nel 1989; il massacro in uno studio legale di San Francisco nel 1993 con un bilancio di otto morti e sei feriti. In tutti i casi il fuoco era stato aperto con armi da guerra. Allora gli ex presidenti Gerald Ford, Jimmy Carter e Ronald Reagan avevano scritto ai deputati invitandoli ad approvare la legge senza indugio. Le statistiche indicano che nei dieci anni in cui la messa al bando è rimasta in vigore l'uso di armi da guerra in operazioni criminali è diminuito del 66%. Ieri la senatrice Feinstein ha rivolto un appello a tutti i commercianti perché si rifiutino di mettere in vendita questo tipo di armi, anche se la legge federale ora lo permette. Un appello al buon senso destinato a cadere nel vuoto di fronte alle prospettive di nuovi guadagni che i produttori di armi hanno messo in conto, e il rialzo registrato a Wall Street sui titoli del settore è una chiara indicazione. L'unica forma di controllo rimane ora nelle mani delle amministrazioni locali. Alcuni Stati, come California, Massachusetts e New York hanno già una regolamentazione più restrittiva di quella federale e altri potrebbero seguire l'esempio. «Proprio mentre la nostra città registra una diminuzione del 71% degli omicidi, dalla capitale arriva un incitamento ai criminali perché cambino la situazione», ha dichiarato Michael Bloomberg, sindaco repubblicano di New York. «Le armi d'assalto sono disegnata per uccidere, non hanno nessun impiego legittimo nella vita civile», ha incalzato il capo della polizia, Ray Kelly. Il consiglio comunale ha annunciato che metterà al voto un inasprimento delle sanzioni per chi detiene armi illegali, che dovrebbero passare da 10mila a 25mila dollari. «Se George W. Bush e i suoi amici repubblicani non vogliono proteggere i newyorkesi per i loro interessi elettorali, vorrà dire che ci penseremo da soli», ha dichiarato Gifford Miller, portavoce del City Council.
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