Nick: insize Oggetto: CHE BRAVI A NASSIRYA Data: 17/9/2004 11.57.0 Visite: 147
A Nassirya, per sentirsi inutile Thursday September 16, 2004 at 07:39 PM mail: Un'esperienza superpartes: un medico "civile" nell'ospedale della Croce Rossa. Un ottimo servizio giornalistico di un giornale "locale" ancora non del tutto asservito, come i media nazionali, al regime dominante. Ma le bugie del nano hanno le gambe corte. Nel bagagliaio che Luciano Griso, medico dell'ospedale civile di Pinerolo, ha portato con se alla volta di Nassirya, c'era anche una speranza: essere utile a quel popolo martoriato, poter curare nell'ospedale da campo della Croce Rossa, in cui ha prestato servizio come volontario per tutto il mese di agosto, patologie e ferite di persone che altrimenti non sanno come curarsi. Giunto al campo, per Griso alla speranza si è opposta una certezza: "L'ospedale di Nassirya è solo al servizio del contingente militare italiano". Una sorpresa amara per Griso, "fallimentare direi, non me l'aspettavo e nessuno mi aveva avvertito". L'ospedale della Croce Rossa è all'interno di una delle basi italiane, poco fuori la città: "E per questioni di sicurezza -commenta deluso Griso- non sono riuscito né a curare né a far ricoverare nessun civile". Neanche i casi più gravi: "Non mi hanno dato la possibilità; c'era una ragazza molto malata, con il morbo di Hotching, e un uomo gravemente diabetico, ma neanche per loro ho ottenuto il permesso. E' stato estremamente frustrante, questa esperienza, perchè ritengo che la Croce Rosaa fosse sotto il comendo militare, mentre penso che quella istituzione non dovrebbe allontanarsi dalla sua missione, che è sostanzialmente quella di offrire un servizio umanitario alla popolazione". E' stata sfinente l'esperienza e non tanto per i 55, talvolta 65 gradi di calore, "ma perchè coglievo la mia presenza come inutile, mentre fuori ci sarebbe stato tanto da fare. Non c'è assolutamente contatto con la popolazione". Il contingente italiano non può entrare in città, "è una forza militare e ora la città ha il suo governo: i militari italiani hanno il compito di sorvegliare tre ponti sul Tigri", ma in una situazione degradata come quella irachena, tutto diventa difficle, persino guidare un'ambulanza della Croce Rossa, "che deve sempre uscire pesantemente scortata". fonte: articolo di Sofia D'Agostino L'Eco del Chisone 15.09.04
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