Nick: GolD Oggetto: Guerra Data: 21/9/2004 11.12.7 Visite: 78
prendete spunto da un pezzo di "Buskashì", libro di Gino Strada, scritto durante il recente conflitto in Afganistan.... "Adesso ci sono i soldi della guerra. Quella che promette aiuti. E' diventata buona la guerra, umana, generosa, compassionevole, umanitaria? No, ma deve farlo credere. E' fondamentale creare consenso alla guerra, far vedere che belle cose produce. Ci avevano già provato in Kosovo. L'idea della "guerra umanitaria" si è formata sostanzialmente in quell'occasione: quando si decide di bombardare, di ammazzare, conviene garantire che dopo arriveranno gli aiuti. Certo si tratta di molto danaro, ma in fondo costa quanto un giorno o due di guerra, è un costo aggiuntivo che vale la spesa: è pubblicità, è comunicazione. E il mondo "umanitario", in buona misura, è stato al gioco. In Afganistan l'operazione è stata ripetuta, questa volta in modo più meticoloso, e su larga scala. Evacuare l'Afganistan, adesso si bombarda. Non si preoccupino le organizzazioni umanitarie: verrà il loro turno, dopo che i militari avranno finito. Stiano tranquille, avranno tutti i soldi che vorranno, dopo. Nella macchina della guerra c'è posto anche per il mondo umanitario. Anzi, un posto importante, una specie di nuovo reparto Cosmesi della guerra. Far vedere quanti aiuti arrivano con la guerra, quante belle cose si possono fare per questa povera gente. Per i sopravvissuti, naturalmente. C'è chi ritiene che noi, medici e infermieri che lavoriamo in zone di guerra, dovremmo limitarci a fare interventi chirurgici e medicazioni, senza pensare nè prendere la parola. Mi dicono dall'Italia che qualcuno ha preso ad attaccare pubblicamente Emergency con vigore esattamente per questo motivo, perchè abbiamo detto no alla guerra e ai soldi della guerra. Nella sede di Milano hanno deciso di non rispondere a questi attacchi, impegnati come sono a mandare avanti i progetti di cui siamo tutti orgogliosi, e che ci legittimano a parlare contro la guerra, perchè ne vediamo ogni giorno la vera sostanza: le vittime. E' normale che qualcuno si arrabbi, stiamo disturbando la televendita della favoletta della guerra "bella e giusta". Opinionisti, politologi, studiosi hanno sfilato nei salotti televisivi per l'omaggio di rito alla guerra, abbiamo persino visto generali in pensione e qualche "esperto militare" lanciarsi in previsioni di tattica e strategia, i Bernacca dei botti. Ne ricordo uno che sulla guerra la sa lunga, e si indispettisce se un profano osa dire che le mine antiuomo - in tutte le loro varianti - possono perfino essere oggetti pericolosi. E' allora che allarga le braccia e scuote il capo, e l'espressione, da soavemente comprensiva, si fa severa mentre sentenzia: "Beh, se proprio ci si va a paciugare...." Tradotto: se i ragazzini sono così stupidi da andarsele a cercare, le mine, se frugano nella sabbia o le inseguono nei prati, in quel caso, forse, possono essere pericolose, ma questo non vuol dire che le mine siano una brutta roba, sono i bambini a essere un po' pirla. Potremmo raccontargli centinaia di storie di bambini "paciugoni", quei diavoletti che non stanno mai fermi e di volta in volta vanno a prendere l'acqua al fiume, o portano le bestie al pascolo, o coltivano i campi. Eh si, qui i bambini fanno anche queste cose, e non come parte del corso per Giovani Marmotte. Servirebbe a qualcosa? Non credo. Non servirebbe neppure aggiungere che quei diavoletti vengono dilaniati piuttosto di frequente, perdendo gambe o braccia, la vista o la vita. "Danni Collaterali", sentenzierebbe l'esperto, sfoggiando uno dei concetti filosofici che meglio ha approfondito, insieme con "in guerra si spara" e "attenti al cane". Principi cosi' pregnanti che la televisione, quella pubblica, lo interpella perchè li spieghi agli italiani. " meditate gente, meditate
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