Nick: GolD Oggetto: Per Maura Data: 24/9/2004 13.10.35 Visite: 51
STORIA DEL NARGILEH Alcuni la chiamano sheesha (Egiziani), altri nargileh (Libanesi), e arghilè dagli Italiani. Quest’antica pipa ad acqua è usata da secoli per esaltare i momenti di relax, allontanando lo stress quotidiano, rilassandosi, riunendosi con amici e parenti. Il primo narghilè fu fatto in India, ma era piuttosto primitivo perché era ricavato dal guscio del cocco. In breve tempo la sua popolarità si è diffusa in Iran e da qui nel resto del mondo arabo. Fu proprio in Turchia che l’arghilè completò la sua evoluzione, e da alcuni secoli non cambia più il suo stile. Sfortunatamente, come la maggior parte degli oggetti del passato, l’arghilè ha sofferto l’arrivo delle sigarette e la loro reperibilità. Fumare un arghilè è completamente differente dal fumare una sigaretta; è come fare un giro turistico in carrozza o farlo col taxi. Quando si fuma l’arghilè, si ha il tempo di pensare. Profonde pazienza e tolleranza, e fa apprezzare una buona compagnia. I fumatori d’Arghilè hanno un approccio alla vita più bilanciato rispetto agli altri tipi di fumatori. Il suo fumo è più freddo e meno nocivo del fumo proveniente da combustione diretta vicino alla bocca del fumatore. Il principio e quello del lavaggio dei fumi, che avviene nell’acqua prima che il fumo arrivi alla bocca, facendolo così raffreddare e pulire da alcune delle sue polveri e sostanze nocive; ed è per questo che, dopo aver fumato l’arghilè, l’acqua nel vaso assume una colorazione ambrata. Noi consigliamo in ogni modo come in tutte le cose di non abusare nell’utilizzo, è importante ricordare che il fumo nuoce gravemente alla nostra salute ed a quella delle persone che ci circondano art. 46 L.29/12/1990 n.428. L’arghilè consiste in quattro parti, la prima è il fondo, un vaso di vetro che contiene l’acqua. Questo vaso si collega alla seconda cioè il cuore dell’arghilè, che è una specie di tubo in ottone o in acciaio lavorato e decorato, questo regolatore prende il fumo dal tabacco e lo emana nel vaso quando s’inala dal "lai" (terza parte), il lai è un tubo flessibile collegato al regolatore, e che termina sulle labbra del fumatore il quale quando tira sentirà il rumore dell’acqua al passaggio del fumo, l’ultima parte si trova all’apice del regolatore ed è un contenitore di terra cotta o ceramica chiamato "haggar" dove si adagia il tabacco melassato e sopra il carbone naturale in combustione. Il tabacco per arghilè è disponibile in diverse profumazioni. E’ disponibile senza profumazione come lo "Zaghloul", o in differenti profumazioni come alla mela "Tofahah", che è il più diffuso, fragola, menta, albicocca, rosa e tante altre profumazioni. Ma, in Italial, non essendo nazionalizzato non ci resta altro che utilizzare "Arghileo" che è un nostro prodotto a base di melassa che amalgamato ad un tabacco per pipa aromatizzato, lo rende ideale per l'arghilè. I principi del buon fumatore d’arghilè: _torna su' 1- Non accendete mai la vostra sigaretta col carbone rovente dell’arghilè. 2- L’arghilè non deve mai stare ad un livello superiore rispetto al vostro. 3- Non passare mai l’arghilè direttamente ad un'altra persona. Prima adagiarlo per lasciarlo prendere dalla persona successiva. 4- L’arghilè è fatta per essere fumata con tabacco specialmente preparato (chiamato MU’ASSEL) reperibile solo da tabacchini specializzati. Se usate tabacco secco vi potrà causare irritazioni alla gola. Come preparare l’arghilè ? _torna su' 1- Riempire la base di vetro con acqua. Assicurarsi di non riempirla troppo. Dovreste riempire fino ad arrivare ad un livello tale da permettere al terminale del regolatore di immergersi per circa 2/3 centimetri. 2- Adagiare il regolatore sulla base di vetro ermeticamente, in caso ci fosse bisogno aumentare lo spessore con della garza. 3- Collegare il "lai" il tubo flessibile al regolatore, anche in questo caso accertarsi che non ci siano delle perdite d’aria. 4- Controllare che sia tutto ermetico posizionando la vostra mano sull’estremità superiore dell’arghilè e succhiate dal bocchino del tubo flessibile. Se tutto è perfetto , dovreste sentire il tiraggio sul palmo della vostra mano e vedrete le bolle nell’acqua. Se non accade nulla di tutto ciò, allora c'è una fuga d’aria da qualche parte. Cercate attentamente la perdita. 5- Se il vostro arghilè è chiuso ermeticamente , sistemate una quantità di tabacco delle dimensioni di due castagne, dopo averla massaggiata leggermente con le mani, nel contenitore del tabacco "haggar" che si trova sull’estremità dell’arghilè. Se fumate un tabacco aromatizzato è consigliabile coprirlo con una carta stagnola preferibilmente tagliata precedentemente a forma circolare in modo da avvolgere in maniera ermetica sia il tabacco sia il suo contenitore, e poi praticare dei forellini su tutta la superficie a contatto col tabacco preferibilmente con uno stuzzicadenti. 6- Andate ad accendere il vostro carboncino all’aperto, potrete trovare in questo sito i carboni speciali per l’arghilè, che si accendono automaticamente con un accendino o con un semplice fiammifero, questi carboni non hanno aggiunta di Kerosene. 7- Una volta acceso potrete adagiare il carbone sulla stagnola che copre il tabacco, con delle apposite pinze in dotazione. 8- Succhiare dal bocchino, dopo tre o quattro tiri dovreste iniziare a vedere il fumo erigersi nella base di vetro e dovreste iniziare a sentire il sapore del tabacco. Tabacco _torna su' Il tabacco per arghilè è fatto da tabacchi selezionati preparati con la melassa, glicerina, oli fragranti o essenze. Il nome esatto è Massel o (Molasses). Questa miscela gli dona un sapore speciale proveniente dalla melassa estratta dalla canna da zucchero . Le autorità degli standard di misurazione hanno deciso sulla composizione di questo tabacco , così da essere adeguato all’utilizzo . L’uso del massell in Egitto fu introdotto dall’inizio del diciannovesimo secolo durante l’occupazione degli Ottomani che l’avevano importato dalla Turchia. Loro usavano fumare uno speciale tabacco chiamato "Tomback" , uno speciale tabacco piantato in Turchia ed Iran ma il suo utilizzo non richiedeva una lavorazione tecnica e la qualità dipendeva molto dal tipo di tabacco utilizzato. Il problema degli Egizi era : dove trovare l’arghilè ed il tabacco? Iniziarono a pensare di produrli in Egitto. Presero una noce di cocco le fecero due buchi e ne estrassero il succo, ed infine, utilizzarono due canne di bambù come sostitute del tubo elastico. L’haggar che sarebbe il contenitore del tabacco era fatto in argilla . E così il processo di produzione fu lanciato con successo e gli Egizi chiamarono l’arghilè "Gouza" dall’arabo noce di cocco. Dapprima gli Egiziani iniziarono con lo stesso tabacco usato per le sigarette, ma era troppo frantumato, secco , e anche poco stabile sull’haggar, e fallirono nell’imitare gli Ottomani. Continuarono a provare fino a giungere al tabacco melassato, che non irritava la gola, appunto il massell, che si utilizzava soprattutto dopo cena, con profumazioni molto gradevoli. Poi si è portata l’agricoltura stessa a fare delle foglie di tabacco sempre migliori e gli stessi artigiani miscelatori, che oggi sono delle grandi aziende, che seguono la scia del successo dell’arghilè… Ed è per questo che noi di Arghilè srl vi riproponiamo oggi a distanza di secoli, spinti dalle difficoltà incontrate per nazionalizzare il massel, "Arghileo" un prodotto a base di melassa da amalgamare con il diffusissimo tabacco per pipa.
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