Nick: Mach Oggetto: Quando serve... Scelli c'è. Data: 25/9/2004 10.17.3 Visite: 85
da www.inmovimento.it Quando serve... Scelli c'è. E dietro di lui? di Giovanni Pecora Scena prima. Interno. Studio televisivo dove va in onda la trasmissione "Ballarò". Il conduttore Giovanni Floris stenta a far decollare l'audience, nonostante la presenza di due ospiti zannuti come Ignazio La Russa e Fausto Bertinotti. Ad un certo punto, con nonchalance, butta lì una frase a mezza bocca, a ridosso della pubblicità: «...D'altra parte il commissario della Croce Rossa Scelli ha dichiarato che i guerriglieri di Moqtad Al Sadr proteggono l'ospedale della Croce Rossa a Baghdad...sì sì, proprio i guerriglieri di Al Sadr, quelli che a Fallujia hanno sparato sui nostri soldati uccidendone uno...». «Ma che dici... non dire sciocchezze...» ruggisce La Russa, che intuisce subito la gravità della cosa, un colossale sputtanamento specialmente per il suo partito, erede della retorica patriottarda sui nostri militi e sull'eroismo dei soldati italiani. Pensate che botta: l'ospedale italiano protetto dai miliziani di Al Sadr con il consapevole silenzio-assenso del Governo italiano! Ma come? Non erano feroci terroristi questi miliziani? Non erano banditi che infestavano le strade di Baghdad come i predoni del deserto nelle figurine della Mira Lanza? ("Ahi Ahi Ahi, camerata Ignazio! Qui si mette veramente male..." avrà pensato il roco La Russa, mentre Bertinotti sotto un ghigno beffardo arrotava per bene le erre prima di sferrare l'assalto all'arma bianca). «Ma cosa dici! Ma che dici!» urla scaracchiando un po' La Russa. «E va bé - chiosa serafico Floris - ora recuperiamo il lancio di agenzia e lo leggiamo insieme». La regia è veloce nel recuperare la dichiarazione di Scelli, e Floris la legge in diretta:«Ecco, on. La Russa, le leggo il testo dell'agenzia: "Il commissario straordinario della Croce Rosse italiana in Iraq, Maurizio Scelli, ha reso noto che truppe di fedeli al leader radicale sciita Moqtada Al Sadr stanno proteggendo l'ospedale Medical city di Baghdad, gestito dalla Cri"...». «Dammi qua! Dammi quel foglio...». La Russa è letteralmente fuori dai gangheri, subdorando chissà quale trappolone ordito ai suoi danni dal 'comunista' Floris (a cui continua a rivolgersi dandogli del 'tu' e chiamandolo persino "ragazzo", come se non fosse quel fior di giornalista professionista che è, oltre che padre di famiglia... Ma bisogna ristabilire le distanze ed i ruoli, perbacco...). Insomma, per non farla lunga, di fronte alla debacle mediatica che si stava prospettando qualcuno ha pensato bene di avvisare il commissario straordinario della Croce Rossa in Iraq Maurizio Scelli, che mentre salvava da morte certa decine di migliaia di irakeni e rischiava la vita sessanta volte al minuto, con una mano è riuscito persino a telefonare in diretta a Ballarò per smentire la sua stessa dichiarazione. «Non ho detto che i miliziani di Al-Sadr ci proteggono con le armi, ma che svolgono un'azione di intelligence fuori dalle tende dell'ospedale. Lo spirito della mia dichiarazione era che noi italiani siamo talmente benvoluti che ci proteggono sia i miliziani sciiti che quelli sunniti, oltre ai regolari della polizia irakena. Voi ["comunisti", soggetto sottinteso, ndr] invece siete sempre pronti a polemizzare cercando di fuorviare l'opinione pubblica sull'azione eroica dei nostri volontari». Io non ho capito granchè, salvo che secondo Scelli fuori dall'ospedale della Croce Rossa stazionano con diverse funzioni qualche migliaio di uomini, e che tra questi ci sono anche quelli che hanno sparato sui nostri soldati a Falluja e Najaf uccidendo un nostro ragazzo. Mi sento smarrito. Ma chi sono allora quelli che hanno assassinato Enzo Baldoni e rapitoo le due Simone? Non i miliziani guerriglieri di Moqtad Al-Sadr, che a quanto pare riconoscono il ruolo umanitario delle nostre istituzioni di volontariato tanto da difenderle (ma difenderle da chi, allora?) e che, sempre a quanto dichiarato da Scelli, avevano persino sollecitato l'azione umanitaria di Enzo Baldoni. Nemmeno le belve feroci di Al-Zarqawi, che dall'inizio di questa sporca guerra utilizzano gli ostaggi come arma di ricatto, e quindi anziché negare decisamente di aver rapito loro le due volontarie avrebbero avuto interesse semmai ad accreditarsi di due ulteriori ostaggi per avanzare le loro farneticanti rivendicazioni. Li avranno rapiti banditi di strada? Predoni? Ma allora perchè non hanno avanzato richieste di riscatto, come sarebbe ovvio per dei volgari predoni? Forse il commissario Scelli, che "c'è" sempre quando deve soccorrere il governo italiano (nello spirito della Croce Rossa, d'altronde), dovrebbe spiegarci cosa sta veramente succedendo a Baghdad. Perchè se nei rapimenti dei nostri connazionali non c'entrano gli irakeni, ombre oscure e minacciose si allungano su quanto sta succedendo in Iraq. Come purtroppo ben sanno i popoli che hanno vissuto in passato altri golpe che hanno visto coinvolti, in un modo o nell'altro, i servizi segreti stranieri. Spiegate quello che è successo in Iraq ai nostri connazionali rapiti ad un cileno, o ad un argentino, a un panamense, ad un profugo o rifugiato del Nicaragua, dell'Honduras o del Salvador, e vedete cosa vi risponde. Posso riportare cosa mi ha scritto una nostra lettrice ed amica, Caterina: «...soprattutto della mia dolorosissima esperienza di tre anni in Guatemala all'inizio degli '80. Anche lì (e Negroponte era presente...) misteriosi " hombres fuertemente armados y vestidos de militares" sequestravano la gente e la facevano sparire! Tutti sapevamo chi c'era dietro, tutti sapevamo che americani, israeliani e argentini istruivano gli squadroni clandestini del governo in carica... Che grande dolore!». Non vorrei essere pessimista, ma desidero concludere con le parole di una vecchia canzone di Fabrizio De André, ed ognuno nel suo cuore pensi quello che vuole: "Prima pagina venti notizie ventuno ingiustizie e lo Stato che fa si costerna, s'indigna, s'impegna poi getta la spugna con gran dignità".
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