Nick: fefy Oggetto: omertà Data: 5/10/2004 21.57.8 Visite: 158
Come tutte le sere accade, alla fine dell’orario lavorativo, mi sono recata a Piazza Garibaldi alla fermata dell’autobus; tra drogati, borseggiatori e compagnia cantando, ho notato un gruppetto di ragazzini dai volti non proprio "carini" (usando un eufemismo) che armeggiava con un accendino, divertendosi a bruciare tutto quello che capitasse sotto il loro tiro. Stanca del fatto che il mio "amatissimo" 175 non decideva a passare, ho deciso di prendere un altro pullman che, pur percorrendo un tragitto molto più lungo, mi avrebbe ugualmente condotto a casa. Di solito evito di prendere questa linea perchè passa per la zona di Ponticelli, che diciamocela tutta, non è proprio il massimo, soprattutto alle 21.00. Ovviamente la simpatica compagnia di teppistelli è |salita nel mio stesso pullman e si è accomodata dietro al mio sediolino (a "ciort" ro pover’omm) ed io, nel vano tentativo di non dare loro troppo peso, ho iniziato a sfogliare una rivista. Ovviamente ho dovuto interrompere la lettura perché il gruppo di cui sopra ha iniziato a cantare a squarciagola le ultime hit di non so quale cantante neomelodico, stranamente a me sconosciuto J. Dopo questo inutile tentativo ho optato per il solito walkman sperando di eliminare dai miei pensieri i quattro dell’apocalisse da cui ormai ero ossessionata. Anche questa volta mi sono dovuta arrendere perché sempre per la solita fortuna che non mi abbandona mai, mi si erano scaricate le batterie. Per non portarla troppo alle lunghe, nello stesso autobus, due file avanti alla mia postazione, c’erano altri due ragazzi credo di una quindicina d’anni a testa che parlavano per fatti loro senza dar fastidio a nessuno. Ad un certo punto uno dei barbari dietro di me ha iniziato a rompere le palle ai due ragazzini d’avanti. Più loro non rispondevano, più l’altro tipo continuava a inveire. Nel pullman con me c’erano almeno altre 20 persone che si comportavano come se non stesse succedendo nulla e nemmeno quando il bestione ha dato un ceffone al ragazzo quindicenne senza motivo nessuno ha proferito parola. Io che notoriamente sono una "cagasotto", con licenza parlando, presa da un’istintiva rabbia sia per la violenza gratuita che per il silenzio (assenso) degli altri, ho cacciato fuori il repertorio di tutte le parolacce che mi hanno insegnato dalla nascita sino ad ora. Io e il ragazzotto abbiamo iniziato a litigare di brutto e lui da uappo qual’era mi dice "femmen e bon t’accir"! Fortunatamente era arrivato per lui il momento di scendere (guarda un po’ il caso, era del Lotto Zero di Ponticelli) e gli amici, bloccandolo, l’hanno portato giù dal pullman. Il tizio prima di andare via definitivamente mi ha detto che se mi avesse incontrato un’altra volta mi avrebbe picchiato. Prima ho voluto fare la forte ma ora che ci penso, ho una fottuta paura di ribeccare quel ragazzino... Dico io ma gli altri passeggeri (tutti signori adulti) non hanno visto tutto quello che succedeva? Possibile che per fare la paladina della giustizia potevo essere picchiata con il rischio che anche in quel caso, nessuno avrebbe detto nulla? Ora non so che fare!Maledetta omertà del cazzo!
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