Sbronze & Co.

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Nick: Coatlicue
Oggetto: Sbronze & Co.
Data: 11/10/2004 13.30.34
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Quando hai quasi trent’anni ti accorgi che ci sono cose cha davvero non puoi più fare.
O che se le fai dopo ti puoi sentire davvero male.
Quando hai quasi trent’anni pensi che le cose che facevi prima e che credevi di sapere più o meno gestire, spesso e volentieri ti scappano di mano.
Sarà la perdita dell’incoscienza.
Sarà che non posso più girare con il pantalone a vita bassa e la pancia di fuori che sennò mi viene uno di quei dolori di stomaco da paura.
Sarà che in inverno devo mettere la magliettina della salute perché mi muoio di freddo. Io che avevo la temperatura corporea pari alla lava del Vesuvio.

Quando hai quasi trent’anni tutti gli eccessi che prima ti concedevi passano al vaglio del "buon senso".

Prendiamo il bere.
Ah quelle ubriacate mitiche che mi facevano sentire disinibita, brillante, a volte addirittura bella!
Una tra tutte, la sbronza tremenda della gita di quinta liceo in un locale da quattro soldi di Praga con un miscuglio di birre e alcolici di pessima qualità. Ma devo ammettere che anche nei pubs di Dublino ho dato il meglio di me stessa. E nelle freddi notti svedesi. E nei falò in costiera.
Adesso quando bevo già al secondo bicchiere farei meglio a fermarmi.
Come avrei dovuto fare ieri sera: compagnia piacevole, cibo ottimo, un pensiero rivolto a chi non è lì con me e il bisogno di qualcosa che mi scaldi il cuore. Primitivo di Manduria, un vino rosso salentino buono da morire. Se lo accompagni poi alla focaccia foggiana e alla mozzarella di Taranto puoi anche morire lì. Oddio magari vorrei ancora qualche momento di vita per baciare le sue labbra, andare al cinema, leggere l’ ultimo libro del mio autore dagli occhi a mandorla. Ma il vino scorre piacevolmente dal bicchiere alla tua gola, ed è un attimo per provare un delizioso stato di ebbrezza. Ma sì, versane ancora, tanto il mio stomaco è sotto controllo e poi ci mangio su e poi voi siete così allegri e io stasera mi sento così sola che è meglio stordirmi un po’. Già, stordirmi china sulla tazza del cesso a vomitare anche l’anima. E stamattina ho due occhi allucinati e una faccia che sembro davvero il cesso di cui sopra. Non ho più il fisico. Non ho più uno stomaco. Ho paura a fare le analisi perché temo di trovare il mio fegato ridotto ai minimi termini.

Questo perché ho quasi trent’anni. Se ne avessi dieci di meno e un paio di gambe da urlo e gli occhi azzurri reggerei di certo meglio. Anzi, forse non avrei nemmeno bisogno di bere.
E magari troverei l’amore della mia vita, senza le paranoie che l’età mi porta ad avere nonostante mi sforzi di essere "a cuor leggero". Non dovrei sbattermi troppo per fargli amare la mia interiorità, non dovrei sprecare parole sui libri che leggo, i film che preferisco, e quel quadro che mi da emozione e la musica che è per me fonte di vita. Basterebbero le mie gambe meravigliose e i miei occhi azzurri perché lui cadesse ai miei piedi. Ma gambe meravigliose e occhi azzurri non li ho mai avuti.
E mi rendo conto che quando hai quasi trent’anni non puoi andare da un uomo e dirgli :"Voglio amarti, non so se per sempre ma voglio farlo e facciamo anche dei figli e ti prego invecchiamo insieme". Non lo puoi fare perché sai che non sarebbe così. Perché ne hai passate talmente tante che forse non ci credi più nemmeno tu. Perché metti il caso sia la volta giusta, comunque non te ne accorgerai mai. Perché la situazione poi ti scappa sempre e comunque di mano. Perché è così difficile questa chimera che tutti chiamano fiducia che preferisci spalmarti la vita di superficialità.

E allora aspettiamo un’altra serata e un altro pretesto per bere in compagnia. Hai ragione e ti capisco quando mi dici che è un buon espediente per non sentire i rumori di fondo. Ora ti capisco. Anche se i rumori non spariscono del tutto ma diventano più sordi e sicuramente meno martellanti.

Hey tu…vuoi invecchiare con me?