Nick: Masca Oggetto: Distruggere lo stereotipo Data: 12/10/2004 18.40.17 Visite: 99
(VI CONSIGLIO DI LEGGERLO ATTENTAMENTE) Sono consapevoli i musulmani della minaccia che pesa su di loro? Capiscono come milioni di europei, americani, africani, asiatici e australiani – cristiani, ebrei, buddisti, induisti, confuciani e di mille altre religioni - li vedono oggi? I musulmani, soprattutto gli arabi musulmani, sono visti come barbari che coltivano un supremo disprezzo per la vita umana. E’ un’immagine nutrita dalle continue immagini dei media di eventi perpetrati da gruppi che sostengono di agire in nome dell’Islam. Il mondo è bombardato da tutto questo e sarebbe ingenuo supporre che in Russia, Stati Uniti o Europa, lo spettatore medio faccia una distinzione fra i perpetratori di questi atti barbarici e i musulmani nel loro complesso. L’Islam, e i musulmani, sono oggi ritenuti responsabili per gli atti di una aberrante minoranza che non incarna i principi dell’Islam né lo spirito dei musulmani. Assistiamo quindi al sorgere di un nuovo anti-semitismo, dove i semiti in questione sono gli arabi. Questo stereotipo negativo, e l’antagonismo che genera, è rafforzato dalla velocità e i dettagli con cui le nuove storie viaggiano. Lo "scontro di civiltà" proposto ormai un decennio fa ha assunto adesso la forma concreta di uno scontro fra la civiltà e cultura islamica, da un lato, e qualsiasi altra forma di civiltà e cultura del mondo dall’altra. I musulmani sono di fronte ad una sfida morale urgente, alla quale devono rispondere in varie maniere. Devono astenersi dal ripetere l’abusato ritornello che c’è una cospirazione volta a minare l’immagine dei musulmani nel mondo. Dobbiamo capire che è il comportamento di individui e di gruppi che si definiscono musulmani che ha permesso la creazione di tale stereotipo. Gli intellettuali arabi e musulmani devono affrontare e contrastare ogni tentativo di scusare gli atti barbarici di questi gruppi portando come motivazione le sofferenze subite dai musulmani in Cecenia, Palestina, o altrove nel mondo. Nel condannare le atrocità commesse contro musulmani civili innocenti, donne e bambini, dobbiamo anche condannare, e con la stessa forza, atti simili commessi contro innocenti di qualsiasi religione o cultura. Dobbiamo confutare categoricamente il legame fra tali atti e la nostra religione e sistema di valori. I valori spirituali sono indivisibili. La sfida più difficile e più importante, infine, è creare una forte corrente di opinione pubblica islamica che condanni a voce alta le azioni di questi gruppi ed esprima in modo chiaro e a tutto il mondo la propria determinazione a farli cessare. Questo renderebbe evidente agli occhi di tutti che le azioni di questi gruppi sono delle aberrazioni. E’ da molto tempo che avremmo dovuto affrontare questo compito. Dobbiamo creare delle istituzioni attraverso cui il pubblico può essere informato, partecipare ed esprimere opinioni in merito. L’emergenza di un pubblico ben informato disposto a fare udire le proprie opinioni non può avvenire dall’oggi al domani. Fortunatamente esistono già delle istituzioni che possono giocare un ruolo importante. Senza dubbio al-Azhar, con il suo prestigio, avrebbe dovuto essere all’avanguardia di questo sforzo. Avrebbe dovuto essere la prima a condannare questi atti. Dobbiamo rendere assolutamente chiaro che la nostra religione ha a che vedere con la compassione e la carità, e non con le azioni di questi gruppi. Una volta che avremo reso la nostra posizione chiara a tutti, guadagneremo il rispetto, e distruggeremo lo stereotipo che oggi offusca la nostra religione e cultura. fonte: "al-Ahrâm Weekly", 24 sett. 2004 P.S. Al Alram Weekly è un settimanale egiziano (MUSSULMANO)
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