Nick: Hightecno Oggetto: MERDA,MERDA E ANCORA MERDA Data: 15/10/2004 19.6.46 Visite: 128
Doping, processo alla Juve Il pm conferma l'uso di epo "Ci sono indizi gravi, precisi e concordanti" Sotto accusa la società e il suo staff medico TORINO - "Ai giocatori della Juventus è stata data l'Epo. Lo dimostra l'analisi dei valori dell'emoglobina nel sangue degli atleti che è stata effettuata dal perito Giuseppe D'Onofrio". E' una delle tesi ribadite da uno dei due pm, Gianfranco Colace, nel corso della requisitoria della pubblica accusa al processo contro la Juventus e il suo staff medico per i farmaci ai calciatori bianconeri. "Ci sono indizi gravi, precisi e concordanti", ha preseguito il magistrato. "La somministrazione è stata di due tipi: quella cronica, a basse dosi, e quella acuta, fatta a Conte e Tacchinardi per affrettare il loro recupero". Gran parte della mattinata è stata dedicata a questo argomento, mentre la pm Sara Panelli ha aperto l'intervento soffermandosi sulle implicazioni del reato di frode sportiva (la legge 401 del 1989) contestato ad Antonio Giraudo e Riccardo Agricola, amministratore delegato e capo dello staff medico della Juventus. "Si evidenzia una vera e propria strategia nell'uso dei farmaci, non un uso omogeneo ma studiato a seconda degli anni", ha detto il magistrato. "Il dolo - ha poi precisato - si differenzia per i due imputati ma non prescinde dal fatto che non sono state riscontrate nei giocatori patologie e che i farmaci contestati presentano un profilo che astrattamente è capace di alterare la prestazione dell'atleta". Per quel che riguarda il dottor Agricola il pm ha sostenuto che era "pienamente a conoscenza di questa strategia e per lui la prova del dolo sono l'inesistenza di qualsiasi documentazione sanitaria ufficiale relativa ai singoli atleti e la smentita delel sue dichiarazioni sulle modalità di somministrazione dei farmaci. Parlando poi dell'amminsitratore delegato della società bianconera il pm ha ricordato come la spesa farmaceutica fosse quadruplicata in quattro anni. "Non è pensabile -ha osservato- che non si fosse accorto che si stava predisponendo una vera farmacia interna". Per l'accusa, inoltre, l'acquisto di Epo "doveva essere autorizzato dai vertici della società. Se il dottor Giraudo sapeva che i calciatori non sono soggetti malati e che si infortunano sempre meno, che la quantità di farmaci cresceva e che i farmaci possono essere dati anche non per curare ma per dopare -ha concluso- allora è chiaro che i farmaci sono stati dati per altri fini. E quali altri fini può avere una società sportiva se non alterare il risultato?". L'udienza di oggi è stata aggiornata al 25 ottobre quando i pm Panelli e Colace concluderanno la requisitoria e faranno le loro richieste.
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