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Nick: Althusser
Oggetto: TORNANDO A CASA
Data: 25/10/2004 2.49.11
Visite: 110

E' l'altro che va cancellato.

Guido come un diavolo nella notte e zac mi faccio mezza penisola. Dritto a oltre 200 km/h, fino all’Appennino. Rapida arrampicata e discesa libera dall’altra parte, fra abeti, faggi e ombre di animali notturni inseguiti dalla scia dei fari. Stop poco dopo Firenze: piscio, benzina, caffè e di nuovo in corsa, direzione sud. Supero Roma con le ruote che quasi non toccano terra sulle tre corsie della bretella autostradale e in culo agli autovelox. Un’ora e poi praticamente a casa, nove anni dopo. Fumo, ne avrò fumate venti, le accendo una dopo l’altra e mi fanno compagnia, piccoli fuochi caldi nel buio della notte, placano appena l’ansia che mi sta attaccata alla gola e non mi molla. Sto tornando a casa, a casa, per restare. Decisione improvvisa. Nove anni in fuga. Passati a svegliarmi quasi tutte le mattine in un posto diverso. Nomadismo del corpo e della mente, assenza di riferimenti. Viaggio quotidiano oltre le colonne d’Ercole. Mare aperto e onde che spazzano. No, per Dio, qualunque destino sarebbe stato preferibile a quell’odissea e io non ero Ulisse, cazzo. Sto tornando a casa. Ma a casa non ho più nessuno. I miei vecchi se ne sono andati e in quella che è stata la mia casa ora chi sa chi ci vive. Prima mia madre, un male incurabile che l’aveva ridotta pelle e ossa, fui quasi felice quando chiuse gli occhi per l’ultima volta e poi mio padre un colpo dritto in testa, sparato dalla sua pistola. Quanto tempo è passato, e tutto appare così lontano, in equilibrio precario su un piede solo, in bilico fra la nostalgia e la memoria. Immagini: scorrono una dietro l’altra come bocce che buttano giù birilli. Alle spalle mi lascio il successo, nove anni di prigionia dorata. Su e giù per il paese con un mucchio di soldi in tasca, dalle braccia di una tipa all’altra. Sempre l’ultima parola sul lavoro ed era stato esaltante. Poi un senso di stanchezza insopportabile. Volevo radici e invece continuavo ad essere sbattuto qua e là. Tornare a casa: desiderio improvviso, soluzione universale per tutti i mali. Qualche ora fa mi è sembrato così naturale dare una risposta diversa all’insonnia che è diventata la compagna abituale delle mie notti. Giusto il tempo d’infilare confusamente vestiti, portatile e un paio d’altre indispensabili stronzate in borse e valige. Chiudere alle spalle una porta e nove anni della mia vita. Non sono più così sicuro adesso, però. Cosa troverò? Come sarà il mio quartiere? Ci sarà qualcuno dei vecchi amici? O più semplicemente il mio viaggio a ritroso nel tempo mi porterà fra gente sconosciuta, per la quale sarò nient’altro che un estraneo? Domande difficili e non è ancora tempo di risposte. Sto tornando per cercarle e so che devo farlo, costi quel che costi. Supero rapido Cassino, abbasso il finestrino e l’aria fresca della notte invade l’abitacolo. Respiro, prima piano, poi a fondo, devo riabituarmi a questi odori in fondo uguali a quelli di altri luoghi, ma per un altro non per me: questa è casa mia. Sull’altra corsia c’è un incidente, un paio di macchine accartocciate e un tir che è finito di traverso, luci di ambulanze e macchine sbirre, qualcuno non tornerà a casa stanotte, solo una telefonata e una corsa affannosa in ospedale per riconoscere un cadavere. "Non si preoccupi è una sciocchezza" diranno e invece la vita sarà già volata altrove. Triste, troppo triste, insopportabile. Tiro fuori dal cruscotto la custodia di un cd e con i denti apro il contenitore del rullino fotografico, ma dentro ci sono pietre dure e bianche. Rallento da 220 a 140 km/h metto giù una pietra e la sbriciolo con l’accendino, poi con la scheda tagliuzzo la polvere in fretta, prendo il pippotto e aspiro guidando con una mano sola. E’ un attimo e la morte diventa nient’altro che un dettaglio, i lampeggianti spariscono alle mie spalle e dimentico tutto. Dimentico anche le mie promesse di farla finita con questa merda, ma a casa sarà tutto diverso. Smetterò, devo smettere, è ora di finirla con questa roba che mi ha rubato la vita. In alto, in alto, sempre più in alto e cadute rovinose da altezze infinite, euforia indotta, pagata a caro prezzo il giorno dopo, tutti i giorni, uno dopo l’altro. Velocità, sempre più veloce e frenate di schianto prima del disastro. Ma ora sto bene e non ho voglia di sentire prediche nemmeno da me stesso, schiaccio l’acceleratore e torno sulla corsia di sorpasso. Supero una lunga fila di tir, mi piace vederli così incolonnati, una comunità in cammino e quante volte nella nebbia al nord mi sono accodato a loro e mi hanno fatto compagnia. Ma la notte è limpida e la luna sembra quasi un sole, no stanotte non mi sento solo e corro verso casa, a caccia di risposte, a guardare in faccia il passato, a cercare finalmente dopo nove anni un futuro più lungo di domani.



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TORNANDO A CASA   25/10/2004 2.49.11 (109 visite)   Althusser
   re:TORNANDO A CASA canc. l'altro   25/10/2004 2.50.55 (33 visite)   diabolica
      re:TORNANDO A CASA canc. l'altro   25/10/2004 2.53.21 (30 visite)   Althusser
   re:TORNANDO A CASA   25/10/2004 10.6.59 (19 visite)   sfigatt0
   bellissimo...   25/10/2004 10.57.3 (16 visite)   C|_EpD|O
   re:TORNANDO A CASA   25/10/2004 19.13.40 (1 visita)   older (ultimo)

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