Nick: Althusser Oggetto: LA STRANEZZA DELLA VITA Data: 4/11/2004 5.4.59 Visite: 220
Ho appena finito di scrivere il mio 28esimo articolo che apparirà come di consueto, venerdi su "metrovie", supplemento campano del quotidiano comunista "il manifesto". Quando avevo 18 anni volevo fare il giornalista, era la mia aspirazione più grande, ma all'epoca c'era solo un corso parauniversitario a Milano con 40 posti disponbili all'anno. La mia famiglia non aveva la possibilità di mantenermi a studiare fuori e, inoltre, per quel corso non bastavano nemmeno le raccomandazioni di un semplice deputato: ci volevano almeno quelle di un sottosegretario. All'epoca c'era il pentapartito, esisteva ancora la DC e non avevamo agganci con quella gente, la mia famiglia è storicamente comunista e per il PCI gli anni 80 furono la lenta agonia compresa fra la sconfitta dei 35 giorni di occupazione alla FIAT di Torino e il congresso della Bolognina, che decretò la nascita del PDS, poi DS. Cosi' m'iscrissi a lettere e me ne andai a vivere a Londra, non senza rammarico però. Scrivere mi è sempre piaciuto, le parole mi procurano emozioni, le ho sempre ritenute uno strumento fondamentale e, nel mio caso, unico della mia famiglia arrivato all'università, uno strumento di rivalsa sociale. La cultura ti rende più libero, quando sai esprimerti hai sempre una chance in più, sei finalmente homo sapiens. Poi, molti anni dopo, arriva internet e la scrittura da tutti data in fin di vita trova la sua stagione di vera gloria. Non si è mai scritto tanto come oggi, ma soprattutto mai prima d'ora un cosi' alto numero di persone la utilizza come strumento di comunicazione. Pure io mi rimetto a scrivere, dal 2000 uso moltissimo il forum di ircnapoli. E' una sorta di allenamento, di esercizio catartico, scrittura terapeutica che mi rilassa, mi completa, una palestra per l'anima direi, se credessi all'esistenza dell'anima. Non ringrazierò mai a sufficienza internet per avermi spinto a rimettermi a scrivere. A marzo 2004 nasce la redazione campana de "Il manifesto", invia quotidianamente articoli a Roma per il nazionale e realizza il supplemento regionale. Qualche mese dopo mi chiedono un articolo sul possibile fallimento del Napoli. Ci metto mano con Andrea, amico fraterno e assistente universitario all'orientale, e parliamo della trasferta Genoa - Napoli, dalla quale eravamo freschi reduci e che avrebbe potuto essere l'ultima nella storia della SSC Napoli, come poi in realtà è stato. L'articolo piace e proponiamo un'inchiesta in 5 puntate sulla storia dei movimenti a Napoli dal 68 a oggi, da pubblicare sui numeri estivi. Ci firmiamo, oltre che coi nostri nomi veri, collettivo di scrittura "nuje", noi, un modo per dire che un evento è di chi lo vive, di chi lo racconta, di chi lo riporta, proprietà collettiva in culo al copyright. L'inchiesta spacca, colma un deficit di memoria di un'altra napoli, quella delle lotte sociali. Riceviamo i complimenti dal direttore de "il manifesto" che si dichiara nostro lettore appassionato. Da allora ho scritto sempre e anche 5 volte sul nazionale, non male per una collaborazione nata solo pochi mesi fa. La vita è strana. A 18 anni volevo fare il giornalista e non potendo me ne andai a fare il punk/thrasher a londra, a 38 anni suonati invece inizio una nuova avventura che vale più di tutti i soldi guadagnati con un lavoro inventato dal nulla, che pure mi ha portato a essere un elemento di primo piano del collettivo-gruppo musicale 99 Posse. Fra meno di un anno dovrei avere il tesserino di giornalista-pubblicista, se ci riesco faccio una festa e vi invito tutti, è bello conquistare un sogno, anche 20 anni dopo.
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