Nick: Coatlicue Oggetto: giovedi sera Data: 5/11/2004 12.43.56 Visite: 141
Il gusto della birra si mischia sulle mie labbra a quello del lip gloss di Lancome juicy tube alla fragola. Vorrei farmi dare un bacio per sapere che strana combinazione di sapori viene fuori. Ma se guardo intorno non trovo nessuno da baciare. Non che questo posto sia privo di uomini, ma davvero non c’è nessuna bocca che mi attiri veramente. È un posto molto carino, sull’Ostiense, proprio dietro il Gasometro, vicino agli ex magazzini generali. Il tram però qui, caro Mario, non passa. Devi spostarti verso Piramide. L’interno è una commistione di stili diversi, prevalentemente etnico e punk, comodi cuscini per sedersi e birra a fiumi. Alle pareti fotografie fatte da un tipo piuttosto bizzarro, amico dei miei amici, uno di quelli che riescono a fare tremila cose contemporaneamente e le fanno tutte bene. Odiosi. Le foto sono state scattate con una macchina prodotta dalla Gomz, l’officina Ottico-Meccanica della vecchia Unione Sovietica, che ha la particolarità di dare origine a stampe leggermente sfocate e alterate nei colori. I soggetti fotografati sono presi dalla vita di tutti i giorni, per lo più sono soggetti inanimati e il risultato è davvero interessante. Sarebbe bello fotografarmi con quella macchina, forse riuscirei a cogliere delle sfumature della mia vita che adesso non riesco a intravedere. Un’immagine distorta, alterata di me potrebbe far emergere considerazioni interessanti. La musica è quasi tutta elettronica, c’è un ragazzo alle percussioni, uno alla consolle e un altro che modula i ritmi con un portatile. Il suono è coinvolgente. Ballo e vedo la mia immagine riflessa nello specchio. Cosa vedo? Non lo so. Sarebbe meglio dire cosa intravedo. Intravedo un sogno. E due occhi belli. E una nuvola di capelli. Paola balla accanto a me. Stasera è davvero affascinante. Irene e Marco stanno cercando casa insieme. E penso che ci voglia davvero poco per essere felici. Basta avere un cuore semplice e un po’ di entusiasmo. Basta non pensarci troppo. Basta pensare che è tutto molto bello per il solo fatto che si può provare interesse, e con la banalità che ci circonda provare interesse è una questione piuttosto difficile. Sono davvero simpatici, si parla di musica, di libri, di quanto piacerebbe loro leggere cosa scrivo. È tardi. Io e Paola ci incamminiamo un po’ brille un po’ stordite. Il freddo si fa sentire quando sei sul motorino alle tre di notte. Cerco di trovare un po’ di tepore stringendomi alla mia amica, ma l’unica cosa calda che sento sono due lacrime che scendono lungo le mie guance. Non ci posso fare nulla, scivolano giù lente, da sole. Non mi interessa cercare il senso della vita. Almeno non questa notte. Ho voglia di cantare una canzone stupida, ma non meno stupida di certi inutili elucubrazioni mentali. "Tu dimmi che mi vuoi ancora dimmi che mi vuoi, tu dimmi non mi lascerai io non ti lascerò…"
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