Nick: JacKn|Fe Oggetto: I Nuovi Talenti Data: 6/11/2004 12.1.38 Visite: 175
Nell'ambito di un lavoro che sto portando avanti, e che riguarda la messa in evidenza di giovani talenti in campo musicale, mi sono accorto di tante cose. Meglio, mi sono trovato a fare delle considerazioni su alcune cose, che mi hanno suggerito delle possibilità nuove. Spesso si parla della difficoltà che un giovane musicista ha ad emergere, delle poche occasioni che gli si presentano, dell'impossibilità di suonare in giro, di farsi sentire. Beh, io queste considerazioni le lascio dove stanno, poiché chiunque abbia bazzicato un minimo nel campo della musica, come musicista, o come giornalista musicale, sa benissimo che i concorsi, le occasioni per emergere, non sono poche. Anzi, direi io, troppe. Ed è proprio qui che sta il guaio. Per sintetizzare il pensiero, mi esprimerò in questo modo: ci sono troppi concorsi, e troppa gente che non sa suonare. L'attenzione pubblica, il tempo che il pubblico può dedicare a considerare dei nuovi musicisti, è - per quanto strano possa sembrare - in ogni caso limitato. Non si può stare appresso a tremila festival, che fanno da calderone per gruppi di ragazzini brufolosi, chitarristi da scantinato, e sbarbatelli segaioli. Non si può. Non c'è selezione, e il tutto risulta dispersivo. Ecco perché, spesso, se in mezzo a tutta la teppaglia c'è qualcuno bravo sul serio, si perde, e non esce fuori. Le troppe occasioni per mettersi in mostra, in realtà, essendo troppe, perdono la loro natura. E il concorso per il giovane musicista emergente diventa uno degli innumerevoli concorsi per musicisti emergenti. Tutto si livella, e non è neanche più il caso d'andarci. E' anche, e soprattutto, per una questione di eccessivo buonismo (che comunque, per sua natura, è sempre eccessivo) che ciò accade. Non c'è una reale selezione, dove si dice "tu sei bravo, ti produco il disco e te lo pubblicizzo, tu invece torna a suonare altri dieci anni nello scantinato". Eppure, è solo in situazioni del genere che quelli bravi escono fuori sul serio. Non nel paese delle meraviglie, dove se sei bravo a metà, ti produco il disco a metà, e tu ne compri 200 copie. O se sei bravo un po' di più, ti faccio pure l'intervista di 2 minuti. Tutto ciò non ha senso, e contribuisce ad affossare sempre di più quei poveri ragazzi, bravi, che per forza di cose si trovano a dover dividere innumerevoli palchi con innumerevoli squadratoni, perdendo l'occasione di farsi ascoltare, in modo quasi esclusivo, da una platea di gente che potrebbe (in altre circostanze) dedicare loro del tempo, proficuamente. Io, dal canto mio, ho ritenuto opportuno inserire nell'ambito del mio progetto, non più di otto musicisti, otto persone, non otto gruppi. E ai colleghi che volevano ampliare la cosa, ho detto che a parer mio non era il caso, altrimenti "pare che sono tutti bravi". Spero - ma so che non accadrà - che in un futuro immediato le occasioni per i giovani musicisti si riducano drasticamente, di modo che quei pochi, pochissimi (perché tanti sono) veramente bravi, abbiano l'occasione di emergere sul serio, ricevere il tempo, le cure e le attenzioni che meritano, senza doverle spartire tra trentamila festival e ottantamila pseudomusicisti in erba. |