Nick: insize Oggetto: RUBA AI POVERI.. Data: 26/11/2004 10.51.8 Visite: 136
..PER DARE AI RICCHI! FISCO: BERLUSCONI, VIA LIBERA DEL GOVERNO AL TAGLIO DELLE TASSE ROMA - Silvio Berlusconi ottiene il via libera dalla Cdl alla riforma fiscale, che sara' varata domani dal Consiglio dei ministri, definendo, con soddisfazione, questo risultato ''un fatto epocale, una vera e propria svolta nei rapporti tra Stato e cittadini''. Una decisione ''condivisa'' nella Casa delle liberta', anche se caratterizzata da una partenza ''non facile'' per diversi motivi: la stagnazione economica che ha fatto seguito all'11 settembre del 2001, ''l'opposizione che ha cercato in tutti i modi di non far realizzare il contratto stipulato'' con gli elettori, e anche il dibattito interno ai partiti della maggioranza, ''partiti con elettorati diversi - ha sottolineato - ma che alla fine si sono convinti sull'importanza morale del taglio delle tasse''. Via libera, dunque, alla riforma con il placet non solo degli alleati e del ministro dell'Economia, ma anche della Ragioneria generale dello Stato: domani si concretizzera' l'emendamento da presentare alla Finanziaria con una manovra da 6,5 miliardi di euro, senza toccare gli impegni per il Mezzogiorno e senza alcuna ''macelleria sociale'', ha detto il premier, esprimendo con forza la necessita' di fare ancora di piu' per dare una scossa seria all'economia, con la riduzione delle tasse in deficit ma anche con una iniziativa che coinvolga tutta l'Europa, iniziativa che dovra' partire dalla reinterpretazione del patto di stabilita': un tema che Berlusconi intende introdurre gia' dal prossimo Consiglio europeo di dicembre con l'obiettivo di inserirlo all'ordine del giorno al Consiglio di marzo. Il premier ha ribadito la speranza di arrivare all'obiettivo finale delle due aliquote fiscali (33 e 23%), ritenendo comunque l'unica partenza possibile, allo stato, quella delle tre aliquote(23, 33 e 39%, con l'aggiunta di un 4% di solidarieta' per i redditi superiori ai 100 mila euro). In questo quadro, ha anche annunciato che entro il 2007 ci saranno 75 mila lavoratori statali in meno: ogni 5 operatori che andranno in pensione uno verra' assunto, eccezion fatta per alcuni settori come la sicurezza e la scuola. Tutti risultati ottenuti grazie ad una ''visione unitaria della maggioranza su cio' che conviene fare per il bene del paese e dei cittadini, in una linea di buon governo''. Una linea che il premier intende portare avanti fino alla fine della legislatura, pensando, una volta superato lo scoglio della riforma fiscale, ''ad un sollecito rafforzamento della compagine'', anche con l'eventuale ingresso di uno dei leader della maggioranza, Marco Follini. Una eventualita' che Berlusconi ha lasciato intendere ai giornalisti che lo incalzavano su questo tema. Ad una prima domanda sulla messa a punto della squadra, il presidente del Consiglio ha risposto che procedera' ''sollecitamente''; ad una seconda domanda diretta sull'ipotesi dell'ingresso di Follini come vicepremier, ha ribadito il concetto del ''sollecito rafforzamento'' della compagine, aggiungendo, con un sorriso: ''Quindi...''. © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 26/11/2004 09:20 FINANZIARIA: SINDACATI, CONFLITTO SU STATALI SARA' DURISSIMO ROMA - Nel pubblico impiego si profila un conflitto asprissimo, la cui responsabilita' e' solo del governo, e a rischio potrebbe essere la stessa tenuta delle regole sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Lo sostengono i sindacati, secondo i quali gli annunci oggi del premier sulla riduzione di 75 mila unita' di statali entro il 2007 non fanno altro che confermare le ragioni della lotta dei lavoratori statali, in sciopero 8 ore il 30 novembre e chiamati ad altre iniziative di mobilitazione nei prossimi mesi: a dicembre ci sara' una manifestazione delle rappresentanze sindacali unitarie appena elette davanti palazzo Chigi, mentre tra gennaio e febbraio l'intenzione delle federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil e' di proclamare un nuovo sciopero generale, con manifestazione nazionale a Roma. Per i sindacati, inoltre, le risorse previste dal ministro Siniscalco per il rinnovo contrattuale (sopra il 3,7% ma sotto il 5,1%) non consentono neanche l'apertura della trattativa. ''Il termine 'collaboratori' usato dal premier - sostiene il segretario generale della Fp-Cgil, Carlo Podda - smaschera la volonta' del governo di precarizzare i lavoratori pubblici. L'idea secondo la quale per ogni 5 lavoratori che andranno in pensione, uno sara' sostituito significhera' secondo nostri calcoli 400 mila posti di lavoro in meno. E significa anche che per i cittadini dall'anno prossimo ci saranno quattro persone in meno per rendere esigibili i servizi e i loro diritti. Il problema, quindi, per il governo non e' fare o non fare il contratto ma demolire il sistema dei diritti garantito da questo lavoro''. ''Per l'ennesima volta - afferma il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo - c'e' la tendenza a non investire nella pubblica amministrazione dove la forza lavoro e' fatta da contratti flessibili, persone che non saranno assunte a tempo indeterminato visto che nella pubblica amministrazione si entra per concorso. Senza contare poi le consulenze che ormai raggiungono cifre da capogiro, con un aggravamento enorme dei costi''. Quanto ai contratti, rileva Foccillo, le retribuzioni secondo dati Aran dal '97 al 2000 hanno registrato un incremento del 9,6% a fronte di una inflazione del 12%. Il segretario generale della Fps-Cisl, Rino Tarelli, mette in chiaro che il sindacato ''sul contratto non dara' liberatorie. Si fa solo se si salvaguardia il potere d'acquisto delle retribuzioni''. La richiesta resta, dunque, quella di un incremento dell'8%. ''Il blocco del turn-over nel pubblico impiego - ricorda il segretario confederale della Cisl, Nino Sorgi - e' una misura prevista da tutte le ultime leggi finanziarie. Evidentemente il Presidente del Consiglio ed il governo hanno in mente di tagliare qualcosa altro''. © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 25/11/2004 21:12
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